Processo Erebo Lacinio, tutti assolti: nessun traffico di rifiuti nel crotonese

Crotone Cronaca

Raffica di assoluzioni nel procedimento penale nato a seguito dell'operazione Erebo Lacinio (QUI), che nel 2021 ipotizzò una serie di reati - tra cui truffa e traffico di rifiuti - commessi da una società di Isola Capo Rizzuto, Le Verdi Praterie, con conseguente sequestro per un valore complessivo da 14 milioni di euro.

Ebbene, questa mattina il gup del Tribunale di Crotone ha scagionato da ogni accusa tutti i soggetti coinvolti nel procedimento con la formula "il fatto non sussiste".
Assolta la proprietaria della società Antonella Stasi, assieme alla rappresentante legale Anna Crugliano ed a Salvatore Esposito, Francesco Massimo Carvelli, Salvatore Succurro, Antonio Muto e Raffaele Rizzo.

Per tutti, l'ipotesi era quella di fare parte di una associazione a delinquere dedita ad una sistematica truffa a danno del Gestore dei Servizi Elettrici. Disposto inoltre il dissequestro dei beni e la restituzione ai rispettivi proprietari.

STASI MARRELLI: SUBITA UNA GRANDE INGIUSTIZIA

“Abbiamo sofferto molto in questi tre anni. Dopo la morte di mio marito il 2 marzo, giorno del suo compleanno, ci sequestrano la nostra azienda agricola, per traffico di rifiuti. Increduli abbiamo impiegato qualche giorno per capire cosa stava succedendo”.

Antonella Stasi, vedova dell’imprenditore Massimo Marrelli, e presidente dell’omonimo gruppo crotonese attivo per lo più nel settore sanitario, commenta così ed a caldo la decisione del Gup Sara Merlini, senza nascondere la propria amarezza per tutta la vicenda giudiziaria e, soprattutto, i conseguenti strascichi economici dovuti al fatto che la società al centro dell’indagine venne poi affidata agli amministratori giudiziari.

Oggi l’azienda è distrutta, l’impianto biogas chiuso ed il caseificio fermosbotta ancora Stasi, ricordando che è stata costretta a licenziare diversi operai, “altri - afferma - li abbiamo trattenuti nell’attesa e nella speranza che presto finisse. Abbiamo accumulato debiti e ritardi con i fornitori. Ma grazie alla forza del Gruppo e delle altre aziende noi siamo riusciti a resistere. Oggi è il momento in cui possiamo tirare un sospiro di sollievo”.

Per l’imprenditrice crotonese, quindi, l’intera vicenda giudiziaria è stata una “grande ingiustizia” che “ha avuto un peso ed influito nello sviluppo dell’azienda”.

(aggiornata alle 19:00)