Ballottaggi: Magorno (Pd), Oliverio vero incubo del Pdl

Calabria Politica

"Che il Coordinamento regionale del Pdl della Calabria si prenda la briga e l'onere di scaricare la sconfitta del Pd e del centrosinistra a Cosenza e in provincia sulle spalle del presidente Oliverio, conferma quanto sia importante il ruolo che la Provincia ha svolto e sta svolgendo nel corso di questi anni, diventando riconosciuto punto di riferimento ed esempio di trasparenza, legalita' e buon governo a tutti i livelli". E' quanto afferma, in una nota, il capogruppo provinciale del Pd, Ernesto Magorno in risposta ad una nota del Coordinamento regionale del Pdl. "Evidentemente -prosegue Magorno- Mario Oliverio, che alle ultime elezioni provinciali, quando Berlusconi e il centrodestra avevano il vento in poppa e tutti i favori dei pronostici e che, nonostante tutto, ha battuto con il 56,72% il candidato del centrodestra totalizzando 164.562 preferenze e ponendosi in testa nella quasi totalita' dei 36 collegi del vasto territorio provinciale, rappresenta per il centrodestra calabrese una sorta di incubo, l'uomo da battere e da demonizzare a tutti i costi". "Stiano tranquilli -conclude Magorno- gli amici del centrodestra ed i loro momentanei ed innaturali alleati. I cittadini della provincia di Cosenza conoscono perfettamente fatti, uomini e cose e sanno distinguere tra quanti, come il presidente Oliverio, nell'ultima tornata elettorale amministrativa, si sono spesi totalmente per l'affermazione del centrosinistra e quanti, invece, hanno remato contro, in forma dichiarata e non, per ostacolare la vittoria di Paolini e lavorando nei fatti per consegnare la citta' di Cosenza al centrodestra di Scopelliti. Cio' e' ancor piu' vero se si tiene conto che solo per pochi voti e' prevalso il candidato del centrodestra, mentre Paolini ha recuperato 20 punti percentuali rispetto al primo turno, a dimostrazione che la sua candidatura avrebbe determinato, anche a Cosenza, la vittoria del centrosinistra se i trasversalismi e le alchimie del "genio guastatori" non fossero, alla fine, prevalse".