Crotone. Il Tar dà torto ai privati accreditati, nessun extra budget per l’Adi

Crotone Salute

Il Tar dà ragione all’Azienda sanitaria provinciale di Crotone sulla gestione dell’Adi, l’Assistenza domiciliare integrata, sottolineando che i privati accreditati devono necessariamente attenersi al budget assegnato.

La seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto infatti il ricorso proposto dalla Sadel di Salvatore Baffa, società che gestisce il Centro San Giuseppe che, tramite gli avvocati Roberto Previte e Claudia Parise, aveva chiesto l’annullamento della nota del Direttore del Distretto Sanitario Unico Aziendale pitagorico del 4 ottobre scorso.

La nota, inviata ai privati accreditati della provincia pitagorica, rimarcava l’importo del budget residuo destinato alle prestazioni Adi da effettuare entro il 31 dicembre scorso, specificando che non sarebbe stato possibile superarlo né prendere in carico prestazioni extra budget.

L’Asp, inoltre, avvertiva le aziende accreditate che, al raggiungimento del tetto massimo assegnato, gli altri pazienti bisognosi di assistenza domiciliare integrata avrebbero dovuto essere presi in carico direttamente dall’Azienda Sanitaria Provinciale.

Nella sentenza, il Tar sottolinea innanzitutto che la ripartizione delle risorse in materia sanitaria spetta alla Regione e che l’erogazione di prestazioni da parte dei privati a carico del Servizio Sanitario Regionale, passa attraverso l’autorizzazione (alla realizzazione e all’esercizio), l’accreditamento istituzionale e l’accordo contrattuale sottoscritto, nel quale il privato accreditato si impegna a garantire un certo numero di prestazioni sanitarie e sociosanitarie, incluse nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, nei limiti del tetto massimo di spesa autorizzato. Nel contesto della Regione Calabria, si legge inoltre nella sentenza, le prestazioni extra budget non sono comunque remunerabili.

L’Azienda sanitaria di Crotone vuole rimarcare l’impegno nella tutela dell’Assistenza domiciliare integrata, ricordando che sono stati raggiunti gli obiettivi previsti dal Pnrr per gli anni dal 2022 al 2024 (il 10% di soggetti over 65 assistiti a domicilio nell’anno), in termini di numero di persone prese in carico, anche grazie alla rimodulazione delle risorse voluta dalla direzione, in un contesto complesso, dati i vincoli imposti dalle norme del piano di rientro.

La stessa Asp, infatti, ha superato il target assegnato dalla Regione nel 2023 e nel 2024, aggiungendo ai 4 milioni e mezzo di euro assegnati dalla Regione, rispettivamente 2 milioni e 300mila euro per il 2023 e 4 milioni sia per il 2024 che per il 2025 (in prorogatio rispetto all’anno scorso).

“Tutto questo con sforzi notevoli e attraverso la riconversione di risorse destinate ad altre funzioni verso l’Adi e attingendo in parte dalle risorse PNRR, che sono linfa vitale anche per la telemedicina ed il funzionamento delle Centrali operative territoriali”, precisa il management dell’azienda sanitaria.

E ancora, proprio a tutela dei cittadini che hanno realmente diritto alle prestazioni domiciliari, l’Asp ha disposto un’analisi dell’appropriatezza delle richieste di Adi e di quelle di proroga, perché negli anni passati vi sarebbe stata un’erogazione delle prestazioni in parte non molto appropriata.

L’obiettivo dell’Azienda sanitaria provinciale “è quello di rendere più efficienti le cure domiciliari, di dare priorità alle esigenze dei cittadini più fragili e di riuscire a garantire il servizio al maggior numero possibile di pazienti per il 2025 e per gli anni seguenti, soprattutto quando non si potrà contare più sui fondi Pnrr”, concludono dalla direzione.