Operazione Achei, oltre duemila reperti consegnati al Museo dell’Umbria

Calabria Cronaca

Nella mattinata di oggi, il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, insieme al collega dello stesso nucleo di Cosenza, ha consegnato al direttore del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria oltre duemila reperti archeologici di provenienza eterogenea e di eccezionale valore storico, tra i quali figurano oggetti italici, etruschi, greci e magnogreci, recuperati nell’ambito dell’indagine denominata Achei (QUI), coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone.

Gli straordinari oggetti, che oggi vengono finalmente restituiti, riferiti all’Italia centrale e al territorio umbro, di ingentissimo valore storico-culturale ma anche economico, sono stati recuperasti nel contesto di una complessa attività d’indagine sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC bruzio, che hanno scoperto un vasto traffico di beni archeologici italiani su scala nazionale e internazionale, con ramificazioni all’estero, in particolare tra Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia.

I SACCHEGGI SISTEMATICI

Le indagini, svolte da maggio 2017 a luglio 2018, hanno consentito di accertare dei saccheggi sistematici operati da i più squadre di “tombaroli” (QUI) che, con una articolata suddivisione di competenze e ruoli, garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, di ingente valore economico, inseriti in complessi canali di ricettazione sia in Italia che all’estero.

L’operazione del reparto speciale si è conclusa con l’emissione di diverse misure cautelari da parte del Gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone (QUI) ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita, nonché l’esecuzione di 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti, indagati in stato di libertà.

UN’AZIONE COMPLESSA

L’odierna restituzione dei beni culturali recuperati è frutto di azioni complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del Mic, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettività che raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.