Inchiesta Jonny. Corte dei Conti ordina sequestro conservativo, cautelati 2,5mln

Crotone Cronaca

Dopo la sentenza di condanna in primo grado, e in pendenza dei termini di impugnazione, la Procura regionale della Corte dei Conti, con lo scopo di preservare un credito erariale accertato di 34 milioni di euro (QUI), ha chiesto il sequestro di beni a carico della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, dell'ex governatore Leonardo Sacco, e dell'ex parroco di Isola Edoardo Scordio.

Il provvedimento, eseguito dalla fiamme gialle di Crotone, ha quindi colpito abitazioni, magazzini, terreni agricoli e diponibilità finanziarie per un valore di oltre 2,5 milioni di euro e rappresenta l’epilogo delle indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, attraverso le quali è stato accertato come gli stessi amministratori abbiano distratto fondi pubblici destinati alla cura dei migranti, “per favorire interessi personali e di terzi”, compresi soggetti appartenenti alle locali cosche, procurando così un danno erariale rilevante.

Gli approfondimenti

Gli approfondimenti richiesti dall’Autorità Giudiziaria contabile scaturiscono, in particolare, dagli elementi emersi nell’ambito della nota inchiesta “Jonny”.

Coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, l’operazione, nel 2017, portò al fermo di 68 indagati e al sequestro di beni per oltre 60 milioni di euro facendo luce, tra l’altro, su presunti illeciti che sarebbero avvenuti attraverso la stessa associazione di volontariato, che gestiva all’epoca i servizi nel centro di accoglienza per migranti Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto.

L’ipotesi degli inquirenti

L’ipotesi degli inquirenti è che gli amministratori, approfittando delle ingenti risorse finanziarie provenienti dai contratti di appalto stipulati nel tempo con gli Enti pubblici, se ne sarebbero appropriate ed avrebbero finanziato le cosche locali di ‘ndrangheta attraverso un articolato sistema di fatture false emesse da società di catering subappaltatrici del servizio di ristorazione.