Capo Rizzuto: sequestri e denunce della Capitaneria nell’area marina protetta
Con una complessa operazione di polizia marittima effettuata dalla Capitaneria di porto di Crotone nell’Area marina protetta di Capo Rizzuto, e che ha visto impegnate nell’arco notturno e nella mattinata due unità navali supportate da terra da pattuglie automontate, è stata effettuata un’intensa attività finalizzata al contrasto della pesca di frodo e delle connesse illecite attività di commercializzazione di specie ittiche pregiate. Finalità dell’operazione è stata quella di continuare nel solco, già da tempo tracciato, di tutelare il delicato ecosistema marino di Capo Rizzuto dalle “aggressioni” effettuate da pescatori di frodo a danno di tali specie pregiate.
Nel corso dell’operazione una persona, colta in flagranza, è stata deferita alla competente Autorità Giudiziaria per illecito utilizzo di attrezzi non consentiti e per aver usato segnalamenti illegittimi pericolosi per la sicurezza della navigazione delle unità in transito. E’ stato altresì sanzionato un sub intento in immersioni in Zona A di riserva integrale non autorizzate e sono stati sequestrati complessivamente 4.000 (quattromila) metri di reti da posta. In particolare le reti sequestrate sono risultate occultate in modo illegale al fine di sfuggire ai controlli ed ubicate in zone vietate quali Capo Cimiti e Capo Bianco classificate queste ultime quali aree di riserva integrale.
Di particolare pregio le specie ittiche rinvenute ammagliate nelle reti dalle unità navali operanti, che hanno provveduto a restituirle ancora vive al mare impedendo che le stesse finissero illegalmente sul mercato. In particolare, aragoste, magnose (o cicala greca), murene (per citarne alcune) sono state liberate in mare dai militari che hanno salvaguardato il delicato ecosistema marino di Capo Rizzuto. Il valore delle reti sequestrate supera abbondantemente i 2.000 euro