Confisca beni a imprenditore: Capano querela il capo della Dia

Cosenza Cronaca

In riferimento alla notizia pubblicata il 17 dicembre 2010 dal titolo “‘Ndrangheta: Dia di Catanzaro confisca beni per 50 milioni”, - in conformità con il diritto di replica - riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del diretto interessato Pasquale Capano accusato di associazione di stampo mafioso, truffa, usura e riciclaggio, che, attraverso una nota, comunica la querela nei confronti del capo della Dia di Catanzaro Dott. Falbo.

“È possibile che nel corso dell’esecuzione di un normale provvedimento giudiziario di sequestro, gli organi di polizia giudiziaria provvedano a filmare le proprie operazioni come se, anziché ad adempiere a propri doveri di ufficio, si trovassero su un set cinematografico? Ed ancora: è legittimo, poi, che, una volta che gli organi di polizia abbiano filmato all’interno di luoghi di privata dimora, l’esecuzione delle proprie attività, riprendendo spaccati della vita personale di un cittadino attinto da provvedimenti non ancora definitivi, diffondano le immagini relative alle sue abitudini di vita tra gli organi di stampa? Sono domande che si è posto Pasquale Capano, al quale è stato recentemente notificato un provvedimento di sequestro emesso dalla Corte di Appello di Catanzaro ed eseguito dalla Dia di Catanzaro che, nel corso di una conferenza stampa tenuta dal dott. Falbo, ha diffuso, insieme alla notizia dell’avvenuta esecuzione, le immagini riprese all’interno della privata dimora del Capano il quale, tramite il suo legale, Avv. Alessandro Diddi, del Foro di Roma, si è rivolto all’ autorità giudiziaria per sapere se, nella violazione da lui subita alla sua sfera di riservatezza, siano ravvisabili gli estremi del reato di illecito trattamento di dati.

Si rammenta, infatti, che sulla base della legge sulla privacy, ogni raccolta di dati – come appunto immagini afferenti alla vita privata – salvo eccezioni casi tra i quali non rientra quello in esame, e la loro successiva trasmissione può avvenire solo tramite consenso che, evidentemente, nella specie non è mai stato espresso”.


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