Castrovillari, Kate Omoregbe libera lunedì

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Kate Omoregbe

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della campagna umanitaria per salvare Kate Omoregbe, che va avanti ininterrottamente da oltre un mese, comunica che la giovane nigeriana sara' scarcerata lunedi' mattina, denuncia il rischio che la ragazza possa essere immediatamente espatriata e mandata a morire nel suo Paese se non sara' sospeso il provvedimento di espulsione emesso nel 2008, dal Tribunale di Roma (insieme alla sentenza di condanna) gia' trasmesso alla direzione del carcere di Castrovillari (dove Kate e' detenuta, da due anni e sei mesi, dopo i primi dieci mesi trascorsi a Rebibbia) e immediatamente esecutivo alla fine della detenzione .Corbelli , che oggi si e' recato di nuovo al carcere castrovillarese, rende noto che la giovane nigeriana ha finito oggi la sua detenzione. Il giudice ha accolto la domanda di scarcerazione anticipata riconoscendo 90 giorni di abbuono per buona condotta. Il fine pena era il 16 novembre. Con i giorni condonati ha finito oggi di scontare la condanna. La ragazza doveva quindi essere scarcerata gia' nella giornata di oggi (sabato). Slitta purtroppo per un intoppo a lunedi' mattina. Resta adesso pero' l'ostacolo del provvedimento di espulsione. Purtroppo e' una lotta contro il tempo. Il provvedimento del giudice per la sospensione del rimpatrio deve arrivare entro oggi, o al massimo entro domani, altrimenti per Kate lunedi' scatta inesorabile l'espulsione dall'Italia e la condanna a morte nel suo Paese. La giovane nigeriana di 34 anni e' detenuta nel carcere di Castrovillari (dove sta finendo di scontare una condanna a quattro anni e quattro mesi, per detenzione di una piccola quantita' di droga, durante una perquisizione in un appartamento che la ragazza divideva a Roma, dove lavorava come badante, con altre tre sue connazionali: reato che la ragazza ha sempre con forza ribadito di non avere mai commesso), ha chiesto asilo politico per poter restare in Italia (dove si trova da dieci anni, con regolare permesso di soggiorno) e non essere espulsa per evitare, nel suo Paese, il patibolo, la lapidazione e la morte per il suo rifiuto (per questo e' stata anche ripudiata dalla sua famiglia) di sposare una persona molto piu' grande di lei (che non ama) e di non volersi convertire (lei che e' cristiana) alla religione musulmana. Prosegue intanto, con straordinario successo, la petizione on line internazionale, ww.thepetitionsite.com /appeal to save Kate (appello per salvare Kate), indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad opera di una delle maggiori associazioni mondiali americane per i diritti umani Care 2, che, raccogliendo il nostro appello e sostenendo la campagna di Diritti Civili, si avvia a superare, in poco piu' di dieci giorni, le 1700 adesioni da 56 Nazioni di tutti i cinque Continenti.