Blitz della Dia, sequestrati beni per 55 mln ad imprenditore lametino
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha sequestrato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre 55 milioni di euro riconducibili al trentasettenne, Giuseppe Trichilo, imprenditore lametino, sottoposto a custodia cautelare in carcere per il reato di illecita concorrenza aggravato. Il provvedimento è stato adottato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su proposta del Direttore della Dia, Alfonso D’Alfonso, nell’ambito “di una articolata e ampiamente sperimentata strategia che mira ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni mafiose”. In sintesi, sono stati sequestrati: il capitale sociale e l’intero compendio aziendale della “Edil Trichilo srl” con sede a Lamezia Terme, nel catanzarese, società dedita alla fabbricazione di strutture e parti assemblate metalliche ed al commercio di materiale da costruzione; il capitale sociale e l’intero compendio aziendale della “C.T. Costruzioni srl”, con sede a Falerna (CZ) e dedita alla costruzione di edifici residenziali; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della “Magma srl” con sede a Lamezia Terme (CZ) e dedita alla compravendita, locazione, gestione e amministrazione di beni immobili di qualsiasi specie e tipo; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della “Caraffa Costruzioni srl” con sede a Gizzeria (CZ) e dedita alla costruzione di edifici, strade ed autostrade; nonché decine di beni immobili, autovetture e mezzi industriali e svariati rapporti finanziari.
Giuseppe Trichilo, coinvolto nell’operazione denominata “Crimine”, è stato colpito da una ordinanza custodiale in carcere, da ultimo, confermata dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria il 24 settembre 2010. In particolare la condotta oggetto di contestazione consiste “nell’avere posto in essere atti di illecita concorrenza volti a controllare o comunque condizionare lavori e servizi relativi all’esecuzione di un contratto di appalto per opere pubbliche”. A tal proposito nel provvedimento di sequestro, tra l’altro, si legge “… Trichilo Giuseppe …in concorso tra loro, ponevano in essere atti di illecita concorrenza sleale volti al controllo o comunque al condizionamento dei lavori e servizi… relative all’esecuzione del contratto d’appalto… con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed in particolare la cosca degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica ….che Giuseppe Trichilo, attraverso la Ediltrichilo srl – della quale è il dominus assoluto (come si evince dai pieni poteri gestori documentati dalle pertinenti intercettazioni del procedimento Crimine) … sia un imprenditore di riferimento della cosca AQUINO….Pertanto allo stato, Giuseppe Trichilo appare persona socialmente pericolosa in quanto indiziata di reati aggravati dall’art. 7 della legge nr. 203/91… ”
La Dia di Catanzaro ha eseguito rigorosi accertamenti che hanno riguardato, per un arco temporale compreso tra il 1998 ed il 2009, tutti i cespiti in qualunque modo riconducibili al Trichilo, l’analisi dei bilanci aziendali, copiosa documentazione bancaria, allo scopo di documentare, tra l’altro, la netta sproporzione tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte dirette e le attività economiche esercitate. Al riguardo, il Collegio della prevenzione, specificamente per la Ediltrichilo srl, ha avuto modo di precisare che ne“… deve essere disposto il sequestro delle quote sociali e del patrimonio aziendale …, sia perché tale società è stata costituita in un tempo in cui il proposto non aveva risorse lecite investibili (giudizio di sproporzione), sia perché la relativa impresa è stata esercitata, come risulta dallo spaccato messo in luce dalla Operazione Crimine, con metodo mafioso, cioè sulla base di logiche spartitorie mafiose … “. Ulteriormente è stato disposto il sequestro delle sopra specificate società in quanto “… costituite successivamente alla Ediltrichilo Srl e , in particolare, alla sua vistosa crescita assai prossima al periodo oggetto di indagini penali, allorché gli unici redditi dichiarati dal proposto, … , consistevano in risorse illecite frutto di un bene illecito (la Ediltrichilo)”.
L’ulteriore risultato di servizio conseguito dagli uomini della D.I.A. di Catanzaro si inquadra, peraltro, in un più vasto e complesso progetto denominato “Desk Interforze”, da tempo supportato dal Procuratore Distrettuale di Catanzaro, Dott. Antonio Vincenzo Lombardo, appositamente approntato per attuare una proficua circolazione delle informazioni tra le Forze di Polizia, allo scopo di aggredire sistematicamente e con maggiore efficacia ogni forma di illecito arricchimento conseguito dalle agguerrite consorterie criminali attive nel nostro comprensorio.
VIDEO INSERITO ALLE 13.31