‘Ndrangheta: Dia Catanzaro confisca beni per 50 milioni
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato il patrimonio di un imprenditore lametino, condannato per reati aggravati dalle modalità mafiose, nell'ambito dell'operazione antimafia "Crimine".
Oggetto della confisca, il cui valore è stimato in oltre 50 milioni di euro, sono diversi compendi aziendali, costituiti da beni immobili ubicati a Lamezia Terme (Catanzaro); numerosi beni mobili e rapporti finanziari, precedentemente sequestrati dagli uomini della D.I.A. di Catanzaro, in esecuzione del provvedimento di sequestro emesso, nel gennaio 2012, dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria.
Destinatario del provvedimento è il trentanovenne Giuseppe Trichilo, imprenditore lametino, già condannato dal Gup del Tribunale di Reggio Calabria a due anni e due mesi di reclusione per i reati di illecita concorrenza e minaccia aggravati. Il provvedimento di confisca, adottato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, colpisce sostanzialmente i cespiti oggetto di un precedente decreto di sequestro emesso due anni prima dalla nagistratura a cui si attribuiva un valore di circa cinquantacinque milioni di euro.
Fra i beni confiscati il capitale sociale e l'intero compendio aziendale della "edil Trichilo srl" con sede ia Lamezia Terme (CZ) e dedita alla fabbricazione di strutture e parti assemblate metalliche ed al commercio di materiale da costruzione; capitale sociale e l'intero compendio aziendale della "C.T. Costruzioni srl", con sede in Falerna (CZ) e dedita alla costruzione di edifici residenziali; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della "Magma srl" con sede a Lamezia Terme (CZ) e dedita alla compravendita, locazione, gestione e amministrazione di beni immobili di qualsiasi specie e tipo; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della "Caraffa costruzioni srl" con sede a Gizzeria (CZ) e dedita alla costruzione di edifici, strade ed autostrade; 30 beni mobili registrati; 30 rapporti finanziari; 14 beni immobili; 31 mezzi industriali. (AGI)
h 16:16 | "Il provvedimento di confisca è importante, non solo perché ci permette di confermare il sequestro notificato a gennaio 2012, ma perché consente di individuare uno di quegli imprenditori apparentemente puliti ed in realtà in affari con le cosche" ha detto il capo della sezione Dia di Catanzaro, Antonio Turi, incontrando i giornalisti a Catanzaro dopo la notifica del provvedimento di confisca dei beni nei confronti dell'imprenditore di Lamezia Terme, Giuseppe Trichilo, 39 anni.
Secondo Turi, "il punto di partenza di questa indagine è stato l'accertata vicinanza del soggetto alla criminalità organizzata, scaturita nell'ambito dell'operazione Crimine, dove è emerso il rapporto con la cosca Aquino di Gioiosa Jonica. Si tratta di un imprenditore che, pur avendo una attività lecita, si è legato alla cosca, garantendosi la sicurezza di poter affrontare qualunque tipo di problema". Secondo il tenente colonnello Michele Conte, della Dia di Catanzaro, "abbiamo a che fare con un soggetto che nasce come imprenditore 'sano', ma che ad un certo punto per aumentare i suoi profitti sceglie di avere a che fare con una organizzazione criminale. Siamo davanti a due generazioni di imprenditori che hanno costruito un castello - ha aggiunto - per poi vederlo crollare solo perché si è voluto fare il passo più lungo della gamba". (AGI)