Bologna, la Dia sequestra beni a Saverio Giampà
Beni mobili ed immobili per un valore di circa 600 mila euro sono stati sequestrati a Saverio Giampà, 51enne catanzarese residente a Bologna. Il provvedimento di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale del capoluogo calabrese ed eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Bologna, riguarda diversi rapporti finanziari, due immobili, tre società e 4 automezzi.
Saverio Giampà è stato coinvolto in alcuni procedimenti penali ed è stato anche condannato per i reati come estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel 1999 si era trasferito in Toscana e finì in manette poiché "in concorso con altri” avrebbe “promosso, organizzato, gestito e diretto un'associazione criminosa” finalizzata a reperire, in Italia e all’estero, cocaina, hashish e marijuana, poi frazionati e spacciati per lo più nel fiorentino.
Nel 2004 è stato condannato dalla Corte d'Appello di Firenze (sentenza che nel 2007 è divenuta irrevocabile), ad otto anni di carcere per detenzione e traffico di stupefacenti. Ottenuta la semilibertà si è trasferito a Bologna dove, secondo gli investigatori, avrebbe reinvestito proventi illeciti in attività commerciali. E su questi proventi si è concentrata l’attenzione degli inquirenti che hanno svolto accertamenti patrimoniali. La Dia ritiene di aver documentato una sproporzione tra il patrimonio reale e quanto dichiarato da Giampà e dai suoi familiari.
h 21:12| Saverio Giampà, alias "Nerone", aveva aperto una gelateria alle porte di Bologna. Il suo nome è coinvolto nell'operazione "Falco - Ghibli" con cui la Dda di Catanzaro nel giugno del 1993 slegò le cosche che operavano nel capoluogo calabrese e nel suo hinterland. Circa 280 ordini di custodia cautelare che cancellarono in un colpo solo l'immagine di Catanzaro "isola felice".
È partito da qui il cammino di collaboratore di giustizia per il 51enne gestore in quegli anni di una sala giochi nel centro città. Inserito nel programma di protezione, Giampà viene trasferito in una località protetta in Toscana. Ma il suo "pentimento" dura poco. Nel 2000 la squadra mobile di Firenze lo arresta per traffico di stupefacenti.
Secondo l'accusa aveva trasformato "L'Accademia del biliardo" in una centrale di spaccio di cocaina, hashish e marijuana. Un'organizzazione che poteva contare su fornitori calabresi e corrieri albanesi e maghrebini. Nel giugno del 2004, la Corte d'Appello di Firenze lo ha condannato, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2007, ad otto anni di reclusione per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti. Dopo un periodo di reclusione trascorso presso la casa circondariale di Ferrara, ottenendo la semilibertà, si è stabilito con la famiglia a Bologna, dove aveva aperto una gelateria reinvestendo, secondo la Dia, "i proventi illeciti fino ad allora accumulati".
L'attività commerciale, che non è stata oggetto di sequestro, era stata ceduta circa due mesi fa. "Nerone" aveva mantenuto solo alcune quote societarie tramite la figlia.