‘Ndrangheta nel lametino, sette arresti nella cosca Giampà
Sette persone, ritenute appartenenti alla cosca lametina dei Giampà, sono state arrestate stamani dalla polizia di Catanzaro che ha eseguito un provvedimento della Corte di Assise di Appello del capoluogo, facendo propria l'istanza di applicazione della misura cautelare avanzata dalla Procura generale presso la Corte d'Appello.
Si tratta di Emiliano Fozza (37 anni); Domenico Sirianni (31); Pino Strangis (41); Carmine Vincenzo Notarianni (59) che sono stati condannati a 6 anni di reclusione; Antonio Fragale (55), condannato a 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Ammendola (33) a 20 anni di carcere e Antonio Muraca (47), a 8 anni di reclusione.
Tutti sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto considerati accoliti della cosca Giampà ed erano stati già coinvolti nell'operazione Perseo, condotta dalla squadra mobile nel luglio del 2013, che portò all’arresto di 65 persone tra cui politici, imprenditori, avvocati, medici e, addirittura, appartenenti alla polizia penitenziaria, disarticolando - secondo gli inquirenti - l’organigramma criminale del clan di 'ndrangheta dei Giampà.
Ai fermati, allora, vennero contestati, tra gli altri reati, anche diversi omicidi avvenuti durante la guerra di mafia che insanguinò il lametino tra 2005 ed il 2011. Nell’inchiesta del 2013 incappò anche il senatore Piero Aiello che fu indagato per voto di scambio politico-mafioso, reato da cui venne poi assolto nel 2015.
Tutti e sette gli arrestati di oggi erano stati assolti in primo grado e poi condannati in Appello dopo un ricorso della procura distrettuale di Catanzaro. In particolare a Fragale gli inquirenti riconosciuto il ruolo e la responsabilità di concorrente esterno alla 'ndrina Giampà. Secondo la tesi investigativa avrebbe provveduto a nascondere in locali di sua proprietà i mezzi che la cosca avrebbe utilizzato per realizzare gli omicidi. Notarianni e Muraca, invece, devono rispondere di una serie estorsioni ad imprenditori che gestivano esercizi commerciali a Lamezia Terme.
Quanto ad Ammendola, gli inquirenti ritengono che insieme all’attuale collaboratore di giustizia Francesco Vasile sia implicato nel duplice omicidio dell’ottobre 2006 in cui persero la vita Vincenzo Spena e Domenico Vaccaro. Un episodio che balzò alle cronache perché eseguito in orario d’apertura dei negozi ed in pieno centro a Lamezia, proprio davanti ad una concessionaria di auto.
Gli arresti sono stati rintracciati dalla Squadra Mobile di Catanzaro e dagli agenti del Commissariato di Lamezia, assistiti dal Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia. Al momento del fermo erano nelle loro abitazioni in città o nei luoghi in cui stavano trascorrendo l’estate, ad eccezione di Gino Stragis (47) risultato irreperibile. Espletate le formalità sono stati associati alla Casa Circondariale di Catanzaro.