Sciopero Tir. Coldiretti: a rischio latte crudo e ortofrutticoli freschi
I blocchi ed i rallentamenti provocati alla circolazione dalla protesta dei tir preoccupano la Coldiretti Calabria che con una circostanziata lettera ha segnalato ai Prefetti questi fermi “oltre a violare il diritto alla libertà di movimento, pregiudicano il trasporto e la distribuzione di beni essenziali, impedendo la libera circolazione delle merci e delle persone. Tale situazione - prosegue la missiva a firma del Presidente Molinaro - diventa particolarmente critica per prodotti deperibili quali il latte crudo e ortofrutticoli freschi che rischiano irrimediabilmente il deterioramento. La probabile permanenza di tale situazione preoccupa molto la Coldiretti Calabria e può produrre gravi conseguenze negative in ordine alla distribuzione di beni ritenuti essenziali in quanto volti a soddisfare diritti fondamentali".
La Coldiretti rivolge quindi “un invito ai Prefetti affinchè nell’ambito delle responsabilità a loro affidate, garantiscano il rispetto delle norme vigenti segnatamente sullo svolgimento delle prestazioni essenziali, sul divieto di effettuare blocchi stradali e sul rigoroso rispetto delle prescrizioni del codice della strada, ed in caso di sciopero, sulla garanzia per l’approvvigionamento di beni di prima necessità, riconosciuto dalla commissione di garanzia in attuazione del diritto di sciopero (Art.1 e 2 Legge 12 giugno 1990 n.146 e legge 11 aprile 2000 n.83) e da tutti i CCNL settore trasporti (commissione garanzia 21 dicembre 2007 pos.29191) (nota Ministero degli Interni del 31/12/2007, “sullo svolgimento delle prestazioni essenziali, sul divieto di effettuare blocchi stradali e sul rigoroso rispetto delle prescrizioni del codice della strada”)”.
La Coldiretti ha posto anche in evidenza “la particolare criticità e la situazione igienico sanitaria negli allevamenti zootecnici da latte per il mancato ritiro delle produzioni giornaliere. Infatti – si legge nella lettera - sebbene i refrigeratori aziendali consentano lo stivaggio del latte per massimo 48 ore, sono dimensionati alla capacità produttiva giornaliera. Perdurando tale situazione le produzioni aziendali, paradossalmente, dovrebbero essere destinate allo smaltimento come rifiuti, con evidenti gravissime conseguenze economiche per le imprese agricole”.