Istituzioni calabresi solidali con ballerina Scala licenziata
Le istituzioni calabresi si stringono attorno a Mariafrancesca Garritano, la ballerina cosentina licenziata dal teatro alla Scala di Milano dopo aver denunciato casi di disturbi alimentari nei corpi di ballo del teatro milanese e non solo. Attestati di solidarietà saranno espressi dal Consiglio regionale della Calabria, dalla provincia di Catanzaro e dal comune di Cosenza, città natale dell’étoile. Il parlamentare del Pdl, Giovanni Dima ha annunciato una interrogazione alla Camera per chiarire i contorni del caso, mentre Roma Capitale, attraverso il delegato del sindaco Alemanno, Domenico Naccari, l’8 marzo prossimo riceverà la ballerina in Campidoglio nell’ambito degli eventi previsti per la festa della donna. Le iniziative istituzionali in Calabria sono state sollecitate dall’on. Naccari, uno dei primi ad intervenire in difesa della ragazza, che ha trovato largo consenso e disponibilità nel presidente del Consiglio regionale, Franco Talarico, nel governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, della moglie Barbara Varchetta e del consigliere regionale Fausto Orsomarso, i quali si sono mostrati estremamente sensibili alla vicenda Garritano.
La presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, ha manifestato la volontà di promuovere una mozione di sostegno nel capoluogo di regione, mentre il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto intende ricevere personalmente l’illustre concittadina a palazzo dei Bruzi. Solidarietà a Mary Garret, nome d’arte della ballerina, potrebbe arrivare anche da altre istituzioni italiane. “E’ un modo – ha detto Domenico Naccari, delegato di Roma e presidente della Fondazione “Calabria Roma Europa” - per associarci alla sua dirompente denuncia della ballerina e dire no a pratiche alimentari sbagliate nel mondo della danza e della moda. Diete che provocano, com’è noto, gravi patologie come l’anoressia nonché danni irreversibili per le donne. Con il licenziamento della ballerina dal teatro scaligero si è inteso allontanare chi voleva attirare l’attenzione non sulla propria persona, bensì su un problema che esiste ed è abbastanza diffuso, come hanno del resto confermato altre donne alla trasmissione le “Iene”. Alla vigilia dell’8 marzo lo sfruttamento della donna, la lesione dei diritti e della dignità, le frustrazioni e le sofferenze nei luoghi di lavoro, sono da sempre tema centrale delle celebrazioni. Spero che dal caso Garritano possa emergere la volontà a superare gli stereotipi e le contraddizioni di un universo troppe volte avvolto dal silenzio in cui imperano modelli pericolosi per la salute e la dignità della donna. Mi auguro che il comune di Milano guidato dal sindaco Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione del Teatro, la Regione Lombardia presieduta da Roberto Formigoni, tutte le istituzioni italiane, si attivino al più presto per far luce sulle gravi denunce e provvedano a sollecitare anche il reintegro di una delle più brave e affermate professioniste sul panorama nazionale e internazionale”.