Elena Sodano su incontro a Catanzaro con Maria Francesca Garritano
“Voglio ringraziare il presidente della provincia Wanda Ferro ed il giornalista Dino Granata per aver dato la possibilità a Maria Francesca Garritano, ex ballerina della Scala di Milano licenziata per aver detto che le più grandi scuole di danza classica inducono le ballerine all’anoressia, di parlare in modo semplice, schietto e sentito di una problema come i disturbi del comportamento alimentare che in Calabria sembra ancora non appartenerci. La sua è stata una testimonianza forte, importante, non tecnica, convinta che nell’anoressia il corpo è il principale protagonista di un enigma che rende molte volte impotenti di fronte all’esito della cura”.
A dirlo è il presidente della Ra.Gi. Onlus Elena Sodano che ha attivato sul territorio catanzarese un particolare laboratorio di danzaterapia per persone (adolescenti, ragazzi, aduti) con disturbi del comportamento alimentare, compresa l’obesità. Un percorso che porterà per la prima volta a Catanzaro di parlare di nuove metodologie terapeutiche per affrontare i disturbi del comportamento alimentare grazie alle presenza di studiosi che in Italia affrontano i DCA in maniera multidisciplinare. Un gruppo di lavoro funzionalmente integrato nel quale confluisce una pluralità di competenze, consente di fronteggiare una problematica clinica di gravità rilevante (quale quella, per l’appunto, dei disturbi alimentari psicogeni ) garantendo continuità e presa in carico a persone la cui patologia esordisce abitualmente in un’età a cavallo tra le fasce di rispettiva competenza dei servizi per i minori e di quelli per gli adulti.
“Sono soddisfatta del colloquio avuto con la Garritano – prosegue la Sodano - e della disponibilità dimostrata per collaborare a nostro fianco per la realizzazione di un percorso progettuale di certo innovativo. E spero di avere a mio fianco in questo percorso la sensibilità del presidente della provincia Wanda Ferro con tutto il suo gruppo per le Pario Opportunità. So perfettamente che non sarà facile scardinare alcune strutture ideologiche e terapeutiche oramai consolidate, ma, come la Garritano ha anche affermato - le novità pur se fanno paura e sono difficili da accettare alla fine possono ritornare utili per affrontare il problema. Il dramma anoressico si gioca in presa diretta sul corpo, un corpo che rischia la morte, offeso, degradato, straziato, sfibrato, un corpo de-corporeozzato , un corpo segno che è rimasto l’unica via rimasta per esprimere il dolore. L’anoressica mostra le proprie ossa, le tocca, le conta le esibisce, fa del suo corpo-immagine la sua presenza all’altro. L’anoressica ci mostra cosa c’è sotto il sipario dell’immagine. E spesso si tratta di un dolore esibito sul palcoscenico del mondo attraverso un corpo che diviene scudo delle sue paure. E di queste verità non ne possiamo non tenere conto. La danzaterapia attivata nel nostro laboratorio, nel quale c’è la presenza anche di nutrizionisti e psicoterapeuti, porta il processo terapeutico nel campo linguistico e operazionale senso-motorio in forza del suo isoformismo con l’espressività anoressico-bulimica”.