Adiconsum: aumento quantitativo di succo naturale nelle bevande vera “quota verde”
“Se i percorsi da seguire sono ben definiti, credibili e adatti alla realtà che si vuole rappresentare ecco che giungono i risultati, anche per la politica, con soddisfazione per chi ha creduto in un progetto e si è prodigato nelle sedi preposti per ottenere cose concrete. Il risultato giunge dal decreto salute, approvato pochi giorni fa, con dentro dai contenuti straordinari per le ricadute positive sull’intera attività agricola organizzata. L’aumento al 20% del quantitativo minimo di succo naturale nelle bevande al gusto di frutta, rappresenta una vera “quota verde” e finisce per diventare fattore di sviluppo. - Lo scrive in una nota il Segretario Generale di Adiconsum Calabria, Romolo Piscioneri - L’iniziativa è tutta calabrese, ideata da Coldiretti e da noi ampiamente condivisa e sostenuta, sotto lo slogan “ non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi” a dimostrazione che quando le idee sono buone trovano sempre il modo di essere socializzate, creando condizioni di vantaggio per tutti. Avevamo chiesto la modifica all’art. 4 del decreto del presidente della Repubblica n. 719 del 19.05.1958, poiché datato e poco rispondente alle esigenze dei consumatori, oggi che chiedono, con consapevolezza crescente, prodotti adeguati e rispondenti ad una sana alimentazione. In questa direzione tende il decreto salute, che a partire dal gennaio 2013, indica la nuova percentuale minima di succo naturale nelle bevande analcoliche, passando dall’attuale 12% al 20%.
In realtà, questo provvedimento interessa tutte le bevande analcoliche che devono essere commercializzate con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20%, compreso le aranciate, utilizzate più volte come esempio, durante le iniziative fatte. Nel caso specifico delle aranciate, noi siamo convinti che il prodotto migliori, quando sono impiegati 200 milioni di chili in più di arance all’anno, vista che questa è la stima approssimativa per effetto dell’innalzamento della percentuale indicata. Quando si realizza un buon prodotto, un prodotto di qualità è giusto che diventi patrimonio di tutti e venga apprezzato per ciò che rappresenta sia dal punto di vista nutrizionale, sia per gli effetti economici che crea sul territorio, specie quando interessa produzioni storicamente presenti nella nostra regione, con gli agrumi in testa. Ideare, partecipare, condividere sono i colori che possono ravvivare le speranze per un futuro di crescita in una regione ormai provata e messa in serie difficoltà dalla crisi, con una povertà in netto aumento e dove per molte famiglie incomincia a mancare l’alimento base; il pane”.