Elogio di Sferlazza ai carabinieri di Reggio
Questi uomini che indossano la divisa con il loro senso di legalità hanno ridato dignità alle istituzioni democratiche che negli ultimi tempi appaiono sempre più spesso vulnerate da scandali e sprechi, è quanto sostiene il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'operazione dei carabinieri del Ros E del Comando provinciale di Reggio che ha portato all'arresto del superlatitante Domenico Condello e di un suo fiancheggiatore, Roberto Megale, di 28 anni. Questo arresto - aggiunge - influenzerà le dinamiche successive della criminalità organizzata. Risponde che tutto è possibile, riguardo a possibili reazioni da parte delle cosche, ma allo stato non abbiamo alcun elemento per poter dire una cosa del genere. Sferlazza ha quindi rivolto un ringraziamento al suo predecessore, Giuseppe Pignatone, adesso a Roma, "perché questo arresto è anche merito suo"- dice Sferlazza-. Il vicecomandante del Ros, Giovanni Parente, ha sottolineato le difficoltà delle indagini, "che hanno richiesto una capacità tecnica frutto di un'esperienza consolidata".
Dopo il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio, Lorenzo Falferi, è intervenuto l'ex comandante del Ros di Reggio, Stefano Russo, adesso a Roma, che ha condotto le indagini con "una metodologia - ha detto - che non conosce scorciatoie, ma fatica e sacrificio". I particolari della cattura sono stati illustrati dal nuovo comandante facente funzioni del Ros di Reggio, Leandro Piccoli, il quale ha spiegato che i carabinieri hanno deciso di intervenire quando si sono resi conto che Megale, individuato come uno dei nuovi fiancheggiatori del latitante dopo gli arresti eseguiti nei mesi scorsi, era in auto con Condello. Avuta certezza che il passeggero fosse proprio il latitante, i militari hanno bloccato l'auto e arrestato i due uomini. Adesso, al vaglio degli inquirenti, ci sono tutti i documenti trovati nell'appartamento nel rione Catona, tra cui alcuni 'pizzini', che era divenuto il rifugio di Domenico Condello.