Operazione Sansone, sequestrati 1,5 mln di beni ad Antonio Calabrese
Un’impresa edile a Villa San Giovanni e tutto il relativo patrimonio aziendale è stato sequestrato dai carabinieri di Reggio Calabria. L’azienda è di proprietà di Antonio Calabrese, 57 anni, ed il provvedimento scaturisce da ulteriore attività investigativa svolta in relazione all’operazione “Sansone”, eseguita dal ROS e dal Nucleo Investigativo nei confronti 28 persone ritenute contigue alla ‘ndrangheta, in particolare alle cosche Condello, Buda-Imerti, Zito-Bertuca e Garofalo, clan attivi a Reggio, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara di Muro ma anche in tutta Italia e all’estero.
In questo contesto, nel novembre scorso, fu sequestrata in via d’urgenza un’altra azienda edile a Pasquale Calabrese (63 anni), indagato insieme a Domenico, considerata dagli inquirenti come una “impresa mafiosa” strumentalizzata per l’infiltrazione della cosca Bertuca nelle attività economiche del comprensorio di Villa San Giovanni, e che sarebbe stata anche utilizzata per acquisire informazioni tecniche “utili alla perpetrazione di vicende estorsive nel mercato di riferimento”.
Nei primi atti di gestione da parte degli amministratori giudiziari sarebbero emersi dei profili di “evidente commistione” tra l’azienda di Pasquale Calabrese e quella di Antonio. Gli investigatori sostengono che sarebbero stati utilizzati gli stessi siti di ricovero dei mezzi e dei materiali edili su terreni di proprietà dei due fratelli.
Inoltre, numerosi appalti sarebbero stati eseguiti dalle due imprese su immobili di proprietà comune ed indivisa: cosa che, sempre secondo la tesi investigativa, dimostrerebbe la riconducibilità delle stesse “in un unico centro direzionale ed imprenditoriale” e una evidente “commistione di interessi, strategie operative e patrimonio aziendale”.
In pratica, l’impresa di Antonio Calabrese rientrerebbe nel patrimonio dell’azienda di Pasquale. Quest’ultima sarebbe a sua volta uno “strumento - affermano gli inquirenti - utilizzato e destinato a commettere il delitto traendo linfa dalle illecite cointestazioni tra uno dei titolari e la cosca di ‘ndrangheta egemone sul territorio”.
Per questo i carabinieri hanno proceduto al sequestro (per circa 1,5 milioni di euro) dell’azienda di Antonio Calabrese (del valore che ammonterebbe a circa 800 mila euro), oltre che dei relativi beni strumentali composti da sette veicoli (del valore di 250 mila euro); 14 mezzi di cantiere (350 mila euro); 5 prodotti finanziari tra conti correnti, polizze, ecc. (100mila euro).