‘Ndrangheta: processo “Mythos”, prescrizione salva tre imputati

Catanzaro Cronaca

Si e' concluso con tre prescrizioni, due sconti di pena e due conferme delle pene inflitte il giudizio d'appello per sette imputati coinvolti nell'operazione "Mythos", diretta contro il clan Gallace-Novella di Gurdavalle (Cz). Si tratta di imputati che hanno scelto il rito abbreviato e che non rispondevano del reato di associazione mafiosa mosso ai presunti affiliati alla "piovra del Soveratese", ma solamente di reati che vanno dal danneggiamento, ai furti, alla coltivazione di droga, a violazioni della normativa in materia di armi, dal momento che le contestazioni mosse ai presunti membri del sodalizio di 'ndrangheta furono stralciate ed inviate a Roma, dove il procedimento fu connesso ad un ulteriore inchiesta sullo stesso clan denominata "Appia".

Dei vari imputati le cui posizioni rimasero a Catanzaro 14 scelsero il giudizio abbreviato che si concluse, il 22 gennaio del 2009, con otto condanne per un totale di 15 anni e 10 mesi di reclusione e 38.900 euro di multe, e sei assoluzioni complete. Sette condannati hanno impugnato la sentenza, ed oggi i giudici della Corte d'appello di Catanzaro (presidente Maria Vittoria Marchiano', consiglieri Giancarlo Bianchi e Ippolita Guzzo) hanno dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei reati contestati a Roberto Salvatore Codispoti, prima condannato a 2 anni di reclusione e 600 euro di multa; Domenico Comito, prima condannato a un anno e 4 mesi e 6.000 euro; e Angelo Domenico Paparo, gia' condannato a 6 mesi e 300 euro (pena detentiva convertita in pena pecuniaria per un totale di 7.140 euro di multa). Dichiarati prescritti anche parte dei capi d'imputazione a carico di Rosario Colubriale, gia' condannato a 4 anni di reclusione e 10.000 euro di multa, oggi scontati in 2 anni e 6 mesi e 8.000 euro, e Sergio Scicchitano, prima condannato a 4 anni e 10.000 euro, oggi scontati in 3 anni e 8.000 euro. Condanne di primo grado confermate, infine, per Patrizio Gallelli, che ha avuto un anno e 4 mesi di reclusione e 4.000 euro di multa, e Francesco Mauro, che ha avuto un anno e 4 mesi e 4.000 euro (non e' stato proposto appello per l'ottava persona condannata con rito abbreviato, Saverio Leto, che ebbe una pena di un anno e 4 mesi di reclusione e 4.000 euro).

Per i ventidue imputati di "Mythos" che non scelsero l'abbreviato il processo dibattimentale si e' concluso lo scorso 8 maggio con nove condanne e tredici assoluzioni. Le indagini sfociate nel settembre 2004 nell'operazione "Mythos", portate avanti per tre anni dai carabinieri, consentirono all'allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Gerardo Dominijanni di ricostruire la fisionomia di un sodalizio di 'ndrangheta, secondo gli inquirenti capeggiato da Vincenzo Gallace e Carmelo Novella, che per oltre un decennio avrebbe dominato incontrastato sul litorale del Basso Jonio catanzarese, gestendo ogni tipica attivita' della malavita organizzata. Traffico di armi da guerra importate dalla Svizzera per rifornire la cosca, produzione e traffico di stupefacenti, estorsioni a imprenditori di tutta la fascia ionica soveratese, infiltrazione negli appalti pubblici e rapine: ben 275 gli episodi criminosi complessivamente documentati dai carabinieri che, stando a quanto ricostruito nell'impianto accusatorio, avrebbero appurato anche come la "locale" di Guardavalle sarebbe riuscita a infiltrarsi in alcuni Comuni, avendo inoltre precise "mire" su altre amministrazioni, compresa quella provinciale di Catanzaro, e tenendo rapporti di alleanza con "locali" insistenti sui comuni di Monasterace (RC), Stilo (RC), e Serra San Bruno (VV).

Nel corso delle investigazioni, i militari avevano messo insieme tutto il materiale che consenti' a Dominijanni di ricostruire un quadro criminale che trovo' conferma nell'ordinanza cautelare sottoscritta dall'allora presidente dei gip, Antonio Baudi, il quale emise 57 provvedimenti di custodia: 47 in carcere e 10 ai domiciliari eseguiti con in blitz "Mythos". Il 21 settembre 2005 il gup di Catanzaro porto' a termine l'udienza preliminare per gli iniziali 81 indagati citati nella richiesta di rinvio a giudizio, mandandone sotto processo 46, e prosciogliendone 12, mentre i rimanenti furono ammessi all'abbreviato. Il 22 febbraio il Tribunale collegiale di Catanzaro dichiaro' la propria incompetenza a trattare il procedimento a carico dei presunti affiliati alla cosca del soveratese, a favore dei colleghi della Capitale. Una cosca che, secondo il collegio, per quanto composta e capeggiata da persone di Guardavalle, sarebbe radicata nel Lazio, non rappresentando quello di Anzio, oggetto delle indagini parallele, un "gruppo figlio autonomo", come invece aveva sostenuto il pm Dominijanni. Una cosca che secondo i difensori sarebbe una sola e avrebbe commesso nel Lazio i piu' gravi reati contestati, venendo poi svelata dalla precedente inchiesta "Appia", svolta proprio dalla Procura di Roma e culminata in un blitz simile a "Mythos". Il 10 marzo 2006 anche il gup di Catanzaro si disse incompetente a trattare i giudizi abbreviati a carico dei presunti affiliati al clan Gallace-Novella, stralcio' molte posizioni gia' ammesse all'abbreviato, disponendo l'invio dei relativi atti alla Procura di Roma. Nel palazzo di giustizia del capoluogo calabrese rimasero solo le posizioni legate a contestazioni minori.