Catanzaro, la Cgil contro il sistema di video sorveglianza “Safe city”
Vorremmo comprendere, se ciò è possibile, la reale necessità manifestata da parte del comune di Catanzaro di dotarsi di un così sofisticato sistema di videosorveglianza “Safe City”, che a parte i dubbi sul rispetto della privacy qualche altro elemento di perplessità lo suscita.
Primo fra tutto il fatto che con tante aziende che ci sono in Italia, altamente specializzate nel settore e che dal punto di vista dell’innovazione tecnologica non hanno da invidiare niente a nessuno e facilmente individuabili con un bando pubblico, si debba sbarcare in Israele.
Crediamo che la decisione dell’Amministrazione comunale sia frettolosa e poco riflessiva, in tempi difficili come i nostri di profonda crisi economica, anche perché se è vero che la dotazione prevede un finanziamento regionale, e 23 milioni di euro sono tanti, andrebbe chiarito come poi il comune farà fronte alle spese di manutenzione degli impianti, totalmente a carico del comune, a risorse scarse come più volte denunciato dal sindaco dei maggiori comuni della Calabria e non solo.
Non vorremmo che una volta definito l’acquisto ed installate le attrezzature facessero la stessa fine di quelle già collocate su Corso Mazzini previste dal PON sicurezza che non sono mai entrate in funzione e al costo di circa 200 mila euro.
Crediamo che i finanziamenti andrebbero chiesti per cose molto più utili e soprattutto quanto ipoteticamente andrebbe speso per la manutenzione, ovviamente a carico dei contribuenti catanzaresi si potrebbe utilizzare per assumere più vigili urbani e dare più risorse alla macchina comunale per garantire risorse ai servizi per i cittadini.