Catanzaro: progetto “Safe city” nel pieno rispetto del codice della privacy
Palazzo De Nobili precisa, con una nota, i termini del progetto di sicurezza “Safe City”, sottolineando che il programma sarà presto portato all’attenzione del Consiglio Comunale di Catanzaro:
“Il progetto “Safe City” punta a fare di Catanzaro una delle città più sicure d’Italia, attraverso una moderna tecnologia che ha già prodotto significativi risultati sia nella riduzione della criminalità sia nella maggiore vivibilità dei luoghi. Non esisterà alcun effetto “Grande Fratello”, poiché il sofisticato sistema – che altre città italiane vorrebbero adottare – sarà rigidamente sottoposto alle norme del Codice della privacy. Non saranno adottate tecniche militari, ma ci sarà un controllo molto accurato del territorio e di tutti i punti sensibili, tale da scoraggiare ogni iniziativa criminale.
Quello di Catanzaro sarà un progetto-pilota che sarà poi esportato in altre realtà: anzi, si prevede di utilizzare gli addetti che opereranno nella nostra città come formatori per similari progetti che saranno attuati in Italia.
È evidente che questo progetto, sia per la consistenza del finanziamento da attivare, sia per gli impatti che avrà sul funzionamento della città, sarà opportunamente discusso nella sede del Consiglio Comunale dove certamente prevarrà l’esigenza di assicurare ai cittadini il massimo della sicurezza. In quella sede, ogni aspetto, sia di natura organizzativa sia di natura finanziaria, sarà sviscerato ed ogni consigliere potrà esprimersi sulla validità di questo progetto innovativo che molte città italiane si stanno contendendo.
Né deve impressionare il numero delle telecamere che saranno installate e messe in rete con le centrali operative delle Forze dell’ordine (carabinieri, polizia di stato finanza, etc) poiché il territorio del Comune di Catanzaro è vastissimo, si allunga per quasi 25 chilometri da S.Elia e Lido, con una vastità che impedisce un reale controllo con i mezzi tradizionali.
Non si comprende l’atteggiamento pregiudizialmente sospettoso di alcuni consiglieri proprio nel momento in cui gli episodi di microcriminalità in città si stanno infittendo, colpendo in maniera molto dura gli operatori commerciali che vedono minacciata la loro incolumità personale e la stessa sopravvivenza delle loro aziende.
Sarebbe veramente colpevole da parte nostra rinunciare ad un finanziamento finalizzato del PON Sicurezza – e quindi non utilizzabile per altri fini – che consentirà alla città di costruire un valido scudo all’offensiva criminale.
Il progetto, è bene ribadirlo, non è solo telecamere, ma si incentra sul concetto di “vivibilità” dei luoghi. L’obiettivo è quello di ridurre la criminalità e migliorare il servizio pubblico sia per i cittadini sia per i visitatori della città, affrontando i molteplici problemi della città come ad esempio un controllo efficace del traffico. Le conseguenze immediate del un nuovo standard di sicurezza saranno tranquillità e benessere più elevati che riguarderanno tutti gli aspetti della vita della città.
I risultati attesi sono: riduzione di tutti i tipi di reato; deterrenza e disincentivo per tutte le attività antisociali nei luoghi pubblici; contenimento immediato ed efficiente degli eventi criminali; supervisione efficiente del traffico cittadino; aumento del senso generale di sicurezza per i cittadini.
L’intero pacchetto tecnologico, come detto, sarà a disposizione di tutte le Forze dell’Ordine.
Il sistema garantirà il massimo della sicurezza anche sotto il profilo del rispetto della privacy, fissato dalle regole stabilite dal Garante. Anzi, il progetto dovrà essere necessariamente sottoposto al vaglio dell’Autorità Garante, oltre che del Ministero dell’Interno.
I Sistemi integrati di videosorveglianza si possono utilizzare solo nel rispetto di specifiche garanzie per la libertà delle persone. È infatti necessario: apporre ” cartelli per segnalare la presenza di telecamere collegate con le sale operative delle forze di polizia; sottoporre alla verifica del Garante privacy, prima della loro attivazione, i sistemi che presentino rischi per i diritti e le libertà fondamentali delle persone, come i sistemi tecnologicamente avanzati o "intelligenti"; che vi sia una conservazione a tempo delle immagini registrate; che vi siano rigorose misure di sicurezza a protezione delle immagini e contro accessi non autorizzati.”