Csm: pg cassazione, censura a pm per telefonate a cartomante
Sanzione disciplinare della censura. È la “condanna” chiesta stamane dal sostituto pg di Cassazione, Antonietta Carestia, per il pm di Napoli Claudia De Luca, finita davanti al “tribunale delle toghe” con l'accusa di aver effettuato 65 chiamate ad un'utenza '899' riferibile a un servizio di "cartomanzia, astrologia e previsioni del lotto" con il cellulare di servizio. La sezione disciplinare del Csm pronuncerà la sua sentenza l'11 luglio prossimo, dopo aver ascoltato alcuni testimoni.
Il pm De Luca, all'epoca dei fatti (avvenuti tra maggio e ottobre 2003) pubblico ministero a Potenza, si è difesa sostenendo di "non aver mai effettuato quelle telefonate. Mi sono fatta un'idea di chi possa essere stato - ha detto davanti ai giudici della disciplinare - ma non ho avuto modo di acquisire prove. Notai che anche il credito del mio cellulare personale finiva troppo in fretta e presentai una denuncia". Per gli stessi fatti, De Luca è stata sottoposta a procedimento penale per peculato a Catanzaro: il processo si è concluso l'assoluzione, poiché l'entità' del danno provocato con le telefonate (solo 16 possono essere considerate vere e proprie conversazioni, le altre sarebbero solo tentativi di contatto) è stata ritenuta così esigua da non poter integrare reato.
La sentenza favorevole dei giudici del merito, però, secondo il pg di Cassazione, non esclude che si possa parlare di responsabilità di carattere disciplinare. Il gestore della rete telefonica, come emerge dal capo di incolpazione, bloccò infatti l'"utenza di servizio, per traffico anomalo ed esubero di spesa" e ciò creò "pregiudizio per la reperibilità del magistrato di turno", e dunque, ha sottolineato il pg Carestia, "un danno per l'organizzazione e la funzionalità dell'ufficio". (AGI)