Reggio: sequestrati beni per 1mln di euro a famiglia vicina a cosca mafiosa
I Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno sequestrato beni per un valore di un milione di Euro nei confronti del nucleo familiare di Pasquale Catanea, ritenuto vicino alla cosca mafiosa degli Alvaro – Violi – Macrì, dominante nel territorio di Sinopoli (RC), e già condannato con sentenza definitiva per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini e gli accertamenti eseguiti hanno dimostrato che Pasquale Catanea, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, con una serie di atti negoziali appositamente preordinati, aveva attribuito in modo fittizio a soggetti del suo nucleo familiare la proprietà di quattro appartamenti, di cui tre siti a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) e uno a Sinopoli (RC), nonché sei vasti terreni siti a San Procopio - località Baronello, tutti coltivati ad uliveto, della notevole estensione complessiva di oltre 110 mila metri quadri.
Il provvedimento - disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi, Gaspare Spedale, su richiesta del P.M. Salvatore Dolce, Sost. Proc. presso la Procura della Repubblica di Palmi - è stato emesso nei confronti di Pasquale Catanea, Concetta Zoccali (suocera), Maria Angela Scutellà (nuora) e Antonio Caruso (genero), per le ipotesi di reato p.p. dagli artt. 110 - 81 c.p. e art. 12 quinquies Legge nr. 356/92
Le indagini patrimoniali delle Fiamme Gialle hanno evidenziato una sintomatica sperequazione fra le capacità reddituali dei soggetti acquirenti e le somme investite.
Infatti, Catanea, fino a qualche anno prima della sua ascesa criminale e con i sospetti di appartenenza a ‘ndrine aspromontane, dedite anche a sequestri di persona a scopo di estorsione, era un soggetto in condizioni economiche ai limiti della sussistenza, i cui redditi dichiarati sarebbero bastati a stento per il sostentamento del suo nucleo familiare (moglie e cinque figli). L'improvviso ed altrimenti non spiegabile arricchimento, considerato il tenore di vita ufficiale, aveva consentito a Catanea di accumulare, nel corso degli anni, le ingenti risorse finanziarie che sono state destinate all'acquisizione del patrimonio immobiliare in sequestro.