‘Ndrangheta: boss ucciso a Roma, un arresto
Svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Vincenzo Femia, avvenuto il 25 gennaio scorso a Roma. La squadra mobile della Capitale, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Roma, ha eseguito un arresto. Femia, caduto in un agguato, faceva parte di una delle più potenti famiglie 'ndranghetiste: era infatti sposato con la sorella di Bruno Nirta, considerato il reggente dell'omonima famiglia di San Luca.
Femia, residente a Roma da molti anni, il 25 gennaio scorso venne trovato morto nella propria auto, ucciso con 11 colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata. Ulteriori particolari dell'operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi pomeriggio alle ore 16.30 presso la Sala Prisco Palumbo della Questura di Roma, in via di San Vitale 15.(AGI)
18:44 | Si opponeva all'apertura di una cosiddetta "locale" della 'ndrangheta a Roma, Vincenzo Femia. Gli agenti della squadra mobile della Capitale, diretti da Renato Cortese, hanno individuato uno dei killer, Gianni Cretarola, di 31 anni, mentre sono ancora al lavoro per individuare il secondo assassino.
La vittima è stata infatti colpita da proiettili calibro 9 e di un revolver esplosi da punti diversi. Secondo gli investigatori, Femia si era opposto all'apertura di una nuova cellula della 'ndrangheta nella Capitale e per questo sarebbe stato ucciso probabilmente su ordine di altri clan.
La cosiddetta "locale" della 'ndrangheta è un insieme di cellule composto da famiglie e 'ndrine presenti su un determinato territorio. Al vertice della "locale" vi è un capo che ha il potere, così come ha spiegato il capo della squadra Mobile di Roma Cortese, di vita e di morte su tutti gli affiliati.