Legge Stabilità: Cisl, in piazza per rilanciare vertenze calabresi
Si svolgeranno lunedì 11 e venerdì 15 novembre in Calabria (a Corigliano, Catanzaro e Reggio Calabria) gli scioperi generali di 4 ore a livello unitario per manifestare contro la Legge di Stabilità varata dal Governo. La Cisl conferma il giudizio negativo sulla Legge di Stabilità "perchè - dice il segretario calabrese Paolo Tramonti - non realizza quella svolta di politica economica necessaria al Paese per uscire dalla recessione e tornare a crescere. Non vengono affrontati i nodi strutturali a partire dalla mancata riduzione delle tasse a lavoratori, pensionati ed imprese; non libera risorse per finanziare gli investimenti a sostegno dell'occupazione, dell'innovazione e delle politiche sociali; da risposte solo parziali sul rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e per i lavoratori esodati.
Sarà questo il momento anche per rilanciare sulle tante questioni aperte nella nostra Regione che continua a vivere una condizione di grave difficoltà a livello economico, sociale e produttivo. Una regione, la nostra, già provata da una condizione a livello economico e sociale estremamente grave come attestato dagli alti indici di disoccupazione, inoccupazione, precariato, povertà e che necessita pertanto di interventi specifici e strutturali sulla fiscalità di vantaggio, sulle infrastrutture, sui trasporti, sull'ambiente, sulle politiche industriali, credito, lavoro, politiche sociali, utilizzo delle risorse comunitarie".
"In questa direzione - aggiunge Tramonti - lo stesso tavolo Calabria avviato finalmente a livello governativo sulle questioni del precariato deve essere reso permanente e allargato ai temi della crescita e dello sviluppo con l'obiettivo di favorire la piena integrazione della nostra regione nel sistema Paese superando le criticità esistenti. Allo stesso tempo e' necessario che il percorso di concertazione avviato con il Governo regionale sui temi delle infrastrutture, delle politiche sociali, della sanità, del lavoro, dell'agricoltura e forestazione, delle attività produttive e delle politiche industriali, della programmazione comunitaria deve portare al più presto ad un accordo complessivo per la definizione di un piano straordinario per il Lavoro e l'Occupazione che punti alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla trasformazione dei rapporti di lavoro da precari in stabili, all'emersione e regolarizzazione dei tanti lavoratori in nero, alla riqualificazione e/o riconversione professionale dei lavoratori collocati negli ammortizzatori sociali.
La complessità delle vicende che caratterizzano la nostra regione impongono l'avvio di una non più rinviabile stagione di riforme e di cambiamento in grado di invertire realmente la tendenza a livello economico e sociale con la consapevolezza che la concertazione, proprio in virtù delle condizioni negative di contesto - conclude Tramonti - deve essere assunta quale vera e propria politica da perseguire per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita delle nostre comunità".