Morte Federica Monteleone: genitori, la sentenza non è “giusta”
"Sono trascorsi 81 mesi da quando ci affidammo alla giustizia, dichiarando che non ci saremmo fermati neanche di fronte ad una sentenza, qualora questa non fosse stata "giusta". Lo affermano in una nota stampa i genitori di Federica Monteleone, Mary Sorrentino e Pino Monteleone, che commentano la sentenza della Cassazione sul processo per la morte della propria figlia. "Detto fatto! Giustizia per noi - si legge ancora nella nota - è quella virtù eminentemente sociale, che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui, attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge.
"Qualcuno sui giornali di oggi scrive che la sentenza di Cassazione "ha messo la parola fine sulla morte di Federica Monteleone". Per noi, tuttavia, non è così per due indiscutibili motivi: Primo, Federica non è resuscitata, non ce l'hanno restituita; secondo, non riteniamo che siano stati rispettati i nostri diritti e che gli imputati abbiano avutola pena giusta. Sappiamo che non dipende dalla Cassazione, perché le lievi pene derivano da un errore di partenza dei precedenti giudici. No! Non cerchiamo vendetta, ma questa sentenza non ci soddisfa, non è il giusto epilogo di una così dolorosa vicenda, che solo chi la subisce può comprendere".
"Il verdetto di ieri - prosegue la nota - è solo una vittoria apparente, che vanifica ogni nostro sforzo volto a prevenire che si operi con leggerezza, quando in ballo ci sono salute o addirittura vita delle persone. Non sempre la verità processuale coincide con la verità vera e sempre più di rado è esemplare. È stata fatta una indiscutibile ricostruzione dei fatti, ma molte sono ancora le domande in attesa di risposta. Una sentenza esemplare non ci avrebbe restituito la nostra Federica, ma senza dubbio avrebbe tutelato i diritti di chi con fiducia affida il proprio destino ad altri, in quanto avrebbe richiamato gli operatori a vigilare ed esercitare con la dovuta attenzione.
Attendiamo di conoscere le motivazioni della sentenza, al contempo, consapevoli del fatto che a luglio 2014 scadranno i termini per la prescrizione del reato, chiediamo per rispetto a Federica, che venga al più presto fissata l'udienza presso la Corte D'Appello e poi in Cassazione - concludono i genitori di Federica Monteleone - per non lasciare che la posizione di Alfonso Luciano finisca con due condanne in primo e secondo grado e una prescrizione, lasciando tutti nel dubbio solo perché i tempi della giustizia non coincidono con i tempi del giusto.
La nostra tenacia non vogliamo che venga scambiata per accanimento. Non sarà certamente una sentenza, qualunque essa sia, a cancellare la sporcizia scritta nell'anima di chi ha privato nostra figlia della vita". (AGI)