Bandi Regione: giovani laureati calabresi attendono risposte concrete
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa in merito all'attuale situazione che stanno attraversando i 350 giovani ex stagisti della Regione Calabria. “Considerata la gravità dell'attuale silenzio da parte della Regione, in merito all'uscita del Bando presentato lo scorso luglio dal Presidente Scopelliti e dall'assessore Salerno” gli ex stagisti della Regione Calabria scrivono:
«“Quanto tempo e ancora” cantava Biagio Antonacci. Forse, intonare le note di quella canzona è la via giusta che devono intraprendere i ragazzi del programma Voucher 2008, meglio conosciuti dal “grande pubblico” come gli stagisti della Regione Calabria. Cantare per prenderla con un sorriso o semplicemente perché, cantando ti passa… il tempo, le speranze, le vite professionali di questi giovani e, soprattutto, la pazienza.
E già, perché i (tristemente) famosi protagonisti di un bando che fu pubblicizzato come rivoluzionario ma che, ad oggi, di rivoluzionario ha solo il fallimento, vivono un’agonia lavorativa che in genere non si augura neppure al peggior nemico. E si che i giovani laureati dovevano essere, (volevano essere), gli amici più cari della Calabria. Amici più cari della loro terra, intendiamoci, non gli amici degli amici degli amici. Aspiravano a tanto perché
“arruolati” con bando pubblico che prevedeva una selezione per titoli (conditio sine qua non era il voto di 110/110 a cui si aggiungevano master, dottorati, corsi di lingua ect..) e perché hanno investito cinque anni delle loro vite professionali a servizio degli enti pubblici calabresi.
Aspiravano ad avere un’ occasione perché negli anni si sono distinti per il contributo portato nelle P. A. locali tanto da meritarsi un contratto di collaborazione prima e un successivo rinnovo poi e, queste occasioni, sono sempre state frutto di un continuo dialogo tra loro e le istituzioni competenti.
Il premio per cotanto ardire, invece, è stata la scadenza dei loro contratti a fine maggio scorso servita, in maniera neppure tanto fredda, da un Consiglio Regionale che, a distanza di un paio di mesi dalle calorose pacche sulle spalle date loro insieme alla promessa di non abbandonarli (c’è da comprenderne lo stato d’eccitamento, si era in piena campagna elettorale!), ispirandosi ai testi biblici s’è lavato le mani dal loro destino come il buon caro e vecchio Ponzio Pilato.
Restava la speranza. Quella, si sa, i figli di nessuno sono bravissimi a coltivarla e gli ex stagisti ci hanno provato credendo, con ingenuità, all’impegno proclamato da parte della Giunta regionale, nella persona del presidente Giuseppe Scopelliti e dell’Assessore Nazareno Salerno, i quali stesero con carità pia ed umana, sulla vergogna di questa esperienza, un telo ben ricamato di promesse. Lo si fece nel corso di una conferenza stampa, si pubblicò in preinformazione un bando pensato per risollevare le speranze di questi giovani laureati, anche se il bando in questione li faceva retrocedere dallo status di collaboratori contrattualizzati a quello di stagisti (il primo amore non si scorda mai!) e tutti (non proprio tutti a dire il vero) batterono le mani.
A nulla valsero gli accorati appelli delle Pubbliche Amministrazioni che hanno da sempre chiedono al Consiglio Regionale di consentire la prosecuzione dell’esperienza lavorativa di questi ragazzi vista l’impossibilità, al momento, di poter procedere ad indire concorsi pubblici.
A questo punto, se vi aspettate l’happy and cambiate storia. Dal mese di luglio il Bando compare in preinformazione ma ancora non è stato pubblicato ufficialmente sul BURC e gli stagisti sono ancora lì, dopo cinque mesi, in attesa di un bando che sembra essere sparito manco fosse capitato nel triangolo delle Bermuda.
Nonostante il periodo storico avverso alla crescita professionale di giovani preparati e capaci, “gli stagisti” sono andati avanti convinti che il loro operato all’interno delle amministrazioni pubbliche fosse il biglietto da visita migliore. Fermi da più mesi, non possono continuare ad aspettare invano. Hanno bisogno di capire se questo lungo periodo a servizio della Calabria sia da annoverare sui loro Curricula come l’occasione di una vita o la sconfitta a cui non avrebbero mai pensato di andare incontro. Il resto è tutta vita (rubata).
Questi giovani, giunti ormai al fondo della loro pazienza non possono più permettere che si giochi con le loro esistenze nell’indifferenza più oscena e totale, pertanto chiedono a gran voce l’immediata pubblicazione del bando. Nel frattempo, scaldano le ugole e intonano le loro voci. Se la Regione Calabria non li ascolterà chi lo sa, magari una via nazionale, che non si nega mai a nessuno, potrà dar loro una mano e, il cuore grande dei tavoli tecnici di Roma saprà comprendere le ragioni degli ex stagisti e trovare il modo per “faglie dì de si!”.»