Programma stage 2008, il Pd di Catanzaro chiede interventi

Calabria Attualità

Sollecita la politica regionale a “portare il proprio contributo nelle sedi opportune” la segreteria provinciale del Partito democratico di Catanzaro. Chiede infatti che il 27 maggio in Commissione Bilancio e successivamente il 3 giugno in Consiglio regionale la classe dirigente della Regione possa “assumere determinazioni per il proseguo dell’attività lavorativa e successivamente avviare le procedure per includere i lavoratori nella L.R. 1/2014 relativa al precariato calabrese”.

Il Pd pone l’accento sui lavoratori precari appartenenti al bacino del programma stages 2008 “sono circa 320 i lavoratori che, dopo aver prestato per anni la loro attività lavorativa nelle amministrazioni pubbliche della Regione Calabria, restano in attesa di una risposta sul proprio futuro occupazionali. Il progetto, lanciato nel 2008 dal governo regionale guidato dal centrosinistra, è stato successivamente rifinanziato per ben due volte dall’amministrazione regionale di centrodestra, alla testa della Regione dal 2010 a dimostrazione della validità del progetto e delle qualità professionali e umane a supporto”.

Poi l’invito a intervenire “ in maniera definitiva su questa vicenda, nell’interesse di tante persone che in questo programma hanno investito tempo e aspettative. Ma non si capisce perché gli appelli alla chiarezza cadono nel vuoto e questo dopo aver speso circa 17,5 milioni di euro per formare e far lavorare centinaia di giovani, scelti dalla regione attraverso un concorso pubblico per soli titoli, ed entrati nelle amministrazioni solo perché laureati con il massimo dei voti, e con molti altri titoli oltre alla laurea”.

In un periodo come questo, dove il disagio sociale è diffuso a causa della mancanza di lavoro (basti pensare che la disoccupazione giovanile in Italia è arrivata ad oltre il 40%, ed in Calabria addirittura al 56% ), sono proprio le risposte concrete a restituire credibilità alla politica che ha anche il compito di intervenire per evitare la rottura sociale della nostra Regione