Riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo, quattro arresti a Catanzaro

Catanzaro Cronaca

Quattro persone sono state arrestate dalla squadra Mobile di Catanzaro perché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale di gruppo.

L’indagine, avrebbe consentito di raccogliere e verificare le allarmanti dichiarazioni della presunta vittima, che avrebbero ha permesso agli investigatori di ricostruire quella che gli stessi definiscono “una situazione familiare drammatica ed inverosimile, costituita da continue vessazioni, soprusi e violenze, che la vittima ormai era costretta a subire, provandola, inevitabilmente, nel fisico e nell’apparato motivazionale”. Maggiori particolari saranno resi noti durante una conferenza che si terrà in questura alle ore 11 di oggi.

12.50

La vittima, una giovane donna, sarebbe stata picchiata, costretta a prostituirsi, segregata in casa per mesi. Poi ancora obbligata a rapporti sessuali di gruppo, durante i quali sarebbe stata malmenata. La donna, che è di Catanzaro, dopo avere subito ogni genere di sopruso, è riuscita a raccontare tutto agli operatori della squadra Mobile che ha tratto in arresto tre persone, notificando una misura restrittiva notificata ad una quarta persona. In carcere sono finiti l'aguzzino della donna, Nicola Cappellano, 48 anni, già noto alle forze dell'ordine e con il quale la vittima aveva intrapreso una relazione sentimentale, Gianluca Berlingieri, 35 anni, e Rinaldo Berligieri, 40 anni, pure già noti e accusati di avere partecipato alle violenze nei confronti della malcapitata. L'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato, invece, notificato a I. C.o, 29 anni, ritenuto responsabile di una serie di furti insieme a Cappellanno all'interno di una attività commerciale di Catanzaro.

La vicenda, ritenuta dagli inquirenti quasi inverosimile per i contorni che sono stati ricostruiti, ha come vittima una giovane donna di Catanzaro, sposata, con figli che, ad un certo punto, si sarebbe invaghita di Cappellano lasciando la famiglia. Ma è qui che per lei iniziano sofferenze atroci. La donna, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe stata segregata in casa dal suo compagno, quindi avviata alla prostituzione. E ad ogni tentativo di ribellarsi, l'uomo l'avrebbe violentemente picchiata, fino a chiuderla in casa per mesi, tenuta praticamente come ostaggio. Solo dopo un lungo periodo la vittima ha potuto tornare ad uscire, ma sempre accompagnata da familiari di Cappellano, per evitare che potesse fuggire o potesse chiedere aiuto. Ma alle violenze di ogni giorno si sono poi aggiunte quelle di gruppo. Cappellano, infatti, avrebbe organizzato violenze sessuali di gruppo alle quali avrebbero partecipato i due Berlingieri. Durante questi incontri la donna sarebbe stata anche picchiata e costretta a subire qualunque tipo di angheria. Fino al giorno in cui la vittima è riuscita a liberarsi dal controllo dell'uomo e dei suoi congiunti, rivolgendosi immediatamente al personale della squadra Mobile di Catanzaro guidato da Rodolfo Ruperti. Grazie alle dichiarazioni della donna e ai riscontri investigativi, i poliziotti hanno messo la parola fine a mesi di violenze e sevizie, contestando alle tre persone arrestate, a vario titolo, i reati di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale di gruppo.