“Tracce di un tempo”, un nuovo bimestrale per riscoprire cultura, storia e folklore locale
Sarà presentata domani, sabato 28 dicembre, alle ore 17, presso la Sala “Madre Teresa di Calcutta” di Grimaldi, la rivista bimestrale “Tracce di un tempo”, sulla storia, il folklore e le tradizioni popolari calabresi, edita da Atlantide Edizioni. La rivista, il cui numero zero è già nelle edicole di Cosenza, provincia, e parte del catanzarese, è diretta da Antonietta Malito, giornalista grimaldese, già direttore de La Voce del Savuto, periodico locale. Alla presentazione, moderata da Antonio Simarco, interverranno il sindaco di Grimaldi, Giovanni Notarianne, i giornalisti Piero Carbone e Franco Rose, i professori Igino Iuliano ed Eugenio Maria Gallo, la stessa Antonietta Malito.
"Tracce di un tempo" nasce con l'obiettivo di contribuire alla riscoperta e alla conservazione della cultura popolare per rinnovarla, perché l'avanzare della modernità non ne cancelli il suo incommensurabile valore, facendolo cadere nell'oblio. Alla rivista hanno collaborato e collaboreranno giornalisti, storici, antropologi, docenti che, animati da tanta passione, di volta in volta, ci racconteranno, con dovizia di particolari, fatti, eventi, accadimenti del passato. Gli articoli, arricchiti da preziose immagini in bianco e nero, ci faranno rivivere riti, miti, tradizioni, feste, ricorrenze, usanze, credenze; rievocheranno antichi mestieri; narreranno racconti di vita di uomini e donne che hanno lasciato una traccia di sé nelle cose, nei luoghi, nella memoria. "Tracce di un tempo" vuole essere, dunque, un viaggio alla riscoperta della parola, della ritualità autentica, fatta di quei gesti e quei segni spontanei che tenevano aggregata un'intera comunità.
«Mi auguro – ha detto il direttore responsabile Antonietta Malito - che “Tracce di un tempo” possa incontrare il favore dei lettori, non solo quello dei cultori della storia e delle tradizioni, ma soprattutto quello dei giovani. Nella società contemporanea, in cui i rapporti umani stanno scomparendo soppiantati dai social network, riscoprire la semplicità degli antichi gesti e della parola assume una grande rilevanza».