InfoContact, Gianturco (CasaPound): Capire reali cause della crisi
“Bisogna capire reali cause della perdita da parte di InfoContact della commessa 155 Mobile di proprietà Wind. A rischio 272 posti di lavoro. Nessuna meraviglia se la commessa fosse trasferita all’estero. Al momento nessun piano di rientro da parte di InfoContact. Urge intervento nazionale contro delocalizzazioni e locale per tutelare il lavoro e le famiglie coinvolte”. A dichiararlo è Mimmo Gianturco, responsabile regionale dell’associazione di promozione sociale CasaPound Italia, già rappresentante sindacale per UGL Telecomunicazioni proprio nell’azienda che ha sede nell’area industriale lametina.
“La notizia del rischio licenziamento di 272 unità lavorative nell’azienda InfoContact – afferma Mimmo Gianturco – ha letteralmente scosso la città. Bisogna capire quali siano le reali cause della perdita della commessa 155 Mobile di proprietà del colosso Wind. Non è possibile che un’azienda come InfoContact, si trovi a subire una scelta del genere a soli 30 giorni della scadenza del contratto”.
“Per come da anni stanno andando le cose in Italia – continua il responsabile di CasaPound – non ci meraviglieremmo affatto se la commessa in questione, fosse spostata in Albania, o comunque in quelle nazioni estere dove il costo del lavoro e le tutele dei lavoratori sono molto scarse. Infatti, nei mesi scorsi, proprio in InfoContact, decine di lavoratori albanesi hanno seguito dei corsi di formazione proprio nel settore 155 Mobile di Lamezia. Se così fosse, bisogna impedire questa delocalizzazione e difendere ad ogni costo il lavoro italiano e la continuità delle attività lavorative in InfoContact”.
“Al momento – conclude Gianturco – non si conosce nessun piano di rientro da parte di InfoContact. Siamo in attesa dunque di notizie in merito che dovrebbero pervenire entro il 10 di gennaio. In questa fase, chi di competenza, deve intervenire celermente anche per un intervento nazionale, affinché s’impedisca ogni ipotesi di rischio licenziamenti nell’azienda con sede a Lamezia, per tutelare il lavoro in un territorio già con gravi problematiche sociali e per tutelare tutte le famiglie coinvolte in questa triste vicenda”.