Inchiesta derivato Provincia Catanzaro, nome broker nel fascicolo
C'è un nome, adesso, nel fascicolo d'inchiesta aperto dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese relativo al contratto derivato sottoscritto nel 2007 fra la Banca Opi e la Dresdner Bank e poi acquisito dalla Provincia di Catanzaro. È quello di un broker finanziario romano che, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva accesso al conto corrente in Lussemburgo dove, secondo la ricostruzione fin qui operata dagli investigatori, sarebbe stata versata una presunta commissione illecita da 750.000 euro sborsata per il derivato oggetto dell'indagine. Una cifra, quest'ultima, già nei mesi scorsi quantificata dai militari della Guardia di finanza che avevano proceduto a identificare il beneficiario della presunta commissione, la società "Alfafin", con sede in Liechtenstein.
Di metà settembre, poi, le ultime due informative depositate dalle Fiamme Gialle al sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Domenico Guarascio, in cui sono state individuate le persone, le società e gli istituti di credito che si sono interessati alla sottoscrizione del derivato "incriminato" nell'inchiesta che punta a verificare la regolarità dell'operazione finanziaria che ha portato alla sottoscrizione del contratto - che tra l'altro è stato anche oggetto di una relazione della Corte dei conti -, effettuata dalla Banca Opi, che aveva il servizio di tesoreria con la Provincia di Catanzaro, e la Dresdner Bank - presso cui all'epoca lavorava quell'Antonio Rizzo che ha denunciato la "banda del 5%" nello scandalo del Monte dei Paschi di Siena -, in un periodo nel quale l'Ente intermedio aveva mutui con la Cassa Depositi e Prestiti per un importo di 216 milioni di euro, e poi acquisito dalla Provincia con una determina dirigenziale. Adesso gli inquirenti battono la pista che ha portato al broker che aveva accesso al conto in cui fu accantonato il denaro, su cui di piu' potranno dire le rogatorie azionate per conoscerne i movimenti. (AGI)