Inchiesta derivati Regione: il pm chiede due assoluzioni e processo per cinque
Due assoluzioni e cinque rinvii a giudizio: questa la richiesta avanzata oggi dal pm di Catanzaro, nell’udienza preliminare a carico dei sette indagati nell'inchiesta della Procura sulla sottoscrizione, da parte della Regione Calabria con la Banca Nomura (dal 2004 al 2006) di contratti derivati, i cosiddetti Swap.
Il pm ha chiesto al giudice Assunta Maiore di assolvere Mauro Pantaleo, ex dirigente del Dipartimento 3 Bilancio Finanze Programmazione e Sviluppo Economico dell'Ente, e la moglie Chiara Cavallo. I due imputati avevano scelto il rito abbreviato e nei loro riguardi la Regione si era costituita parte civile.
Nel corso della normale udienza preliminare, dopo la requisitoria il magistrato ha chiesto il processo, invece, per gli altri accusati nell'inchiesta che è diretta dai sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio. Si tratta in particolare di Massimiliano Napolitano, ex consulente della Regione e rappresentante della Consulenti srl; dell’ex dirigente del Dipartimento 3 Bilancio Finanze Programmazione e Sviluppo Economico; di tre funzionari dell'Istituto di credito giapponese, Arturo De Visdomini, Alessandro Attolico e Andrea Giordani, nonché della "Nomura Global Financial Products Inc.", in persona del suo legale rappresentante. Il prossimo 6 di novembre si tornerà di nuovo in aula con le arringhe difensive iniziate oggi.
A vario titolo, vengono contestate agli imputati la truffa aggravata in danno della Regione, la frode in pubbliche forniture e la falsità ideologica. L'inchiesta in questione è stata condotta dalla Guardia di finanza ed avrebbe fatto emergere come la Banca Nomura avrebbe - secondo gli inquirenti - comprato la consulenza di Napolitano per 2,5 milioni di euro. Napolitano, rappresentante della società di intermediazione Consulenti srl e nominato consulente della Regione Calabria con un decreto del 30 settembre 2004, avrebbe dovuto indurre la Regione a sottoscrivere i contratti. Il consulente venne arrestato nel dicembre del 2011. Allora i finanzieri eseguirono un sequestro preventivo di circa 2,5 milioni di euro: 1,8 erano su un conto corrente di Nomura, banca nipponica che è stata iscritta nel registro degli indagati per violazione del Decreto legislativo che estende alle società la responsabilità per il reato di truffa a danno di enti pubblici. Per corrispondere la somma a Napolitano - sempre secondo l’accusa - sarebbe stata attuata una complessa movimentazione tramite delle società estere e dei conti correnti cifrati.
In base a quanto reso noto all'epoca dell'arresto di Napolitano, la vicenda riguarderebbe tre operazioni in derivati relative a un prestito obbligazionario - di circa 325 milioni di euro - sottoscritto dalla Regione Calabria. La guardia di finanza di Milano, all’epoca, paventava la possibilità che la banca giapponese avesse “ottenuto con modalità fraudolente, profitti illeciti per circa 25 milioni di euro, parte dei quali (circa 2,5 milioni) … veicolati in favore del consulente finanziario...".