Mega costruzione abusiva a favore delle cosche: denunciati imprenditori e funzionari pubblici
Un complesso turistico residenziale a Brancaleone, nel reggino, del valore complessivo di circa 200 milioni di euro, è stato sequestrato stamani dalla guardia di finanza. Cinque persone, tra cui imprenditori e funzionari pubblici, sono state inoltre denunciate a piede libero per abuso d’ufficio e falsità ideologica, aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della ‘ndrangheta, oltre che per reati paesaggistici ed urbanistici.
LE INDAGINI, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio, Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato ad accertare la realizzazione, nella zona jonica della Calabria, parte della quale è anche sottoposta a vincolo paesaggistico, imponenti opere abusive a favore delle cosche di ‘ndrangheta degli “Aquino” e dei “Morabito”.
IL PROVVEDIMENTO (eseguito dai militari del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio) è stato emesso nell’ambito di un procedimento penale costituente lo stralcio dell’Operazione “Metropolis”, che ha approfondito l’argomento relativo ai permessi di costruire il complesso edilizio denominato “Gioiello del Mare” di Brancaleone.
In particolare, sarebbero state ricostruite le vicende amministrative relative alle procedure che hanno stabilito l’esatta localizzazione degli interventi e di variante dello strumento urbanistico della zona interessata dagli interventi, che da agricola è divenuta turistico commerciale. Sarebbe stato accertato dagli investigatori che i titoli edilizi sarebbero stati rilasciati illecitamente, considerato che sono state riscontrate delle falsità sia nella individuazione della zona dove sono stati realizzati parte degli interventi, nonché delle violazioni di legge nelle procedure di variante dello strumento di fabbricazione di Brancaleone.
I reati contestati sono dunque l’abuso d’ufficio, la falsità ideologica in autorizzazione amministrativa, aggravati dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta, oltre ai già citati reati paesaggistici e urbanistici.
GLI INDAGATI sono Antonio Cuppari (49 anni) e Domenico Vitale (39), entrambi già destinatari di un ordine di custodia nell’ambito dell’operazione “Metropolis”; Antonio Sebastiano Toscano (42); Antonino Iriti (56) e Carmelo Borrello (44).