Politica: Manoccio sulla manifestazione “Calabria cambia verso…con Gioia”
Riceviamo e pubblichiamo nota di Giovanni Manoccio, Sindaco di Acquaformosa e Coordinatore “Calabria Cambia..con Gioia”:
“Ho scelto di mantenere un atteggiamento rispettoso, sia per le idee che per i candidati alle primarie per la Segreteria Regionale del PD, l’ho fatto non concedendo nessun’intervista, seppur richiestami, perché non volevo alimentare nessuna polemica, ma solo condividere un percorso che ci portasse alla gestione “normale “ del Partito.
Ho organizzato, assieme a tanti giovani iscritti e non al Partito, la manifestazione “Calabria cambia verso…con Gioia” che è stata paragonata alla Leopolda di Firenze. Ho letto stamani le sottili ironie sulla cosiddetta stazione ferroviaria di Firenze da una parte del partito che è stata protagonista prima della decadenza che ci ha portato al commissariamento, e poi alla cogestione, con il cosiddetto “cerchio magico”, che ci ha fatto perdere tutti gli appuntamenti elettorali degli ultimi anni.
A Gioia Tauro, domenica, circa 600 persone hanno animato i 26 tavoli di discussione, a cui hanno partecipato a vario titolo: giovani, sindacalisti, imprenditori, sindaci, docenti universitari, precari, insomma tutta quella società che per anni è stata scientificamente allontanata dalle discussioni interne al PD; a questo punto mi chiedo e chiedo a voi tutti perché tutto ciò fa paura? Perché viene contestata la partecipazione del popolo di centrosinistra nell’elaborazione delle linee programmatiche per la segreteria Regionale del Partito? Perché si continua a pensare che la gestione del PD deve essere fatta dai soliti noti, le cui figure, oltre ad essere usurate dal tempo, sono fuori d’ogni logica di partecipazione e di rinnovamento della politica ?
Ho partecipato alla “Leopolda” di Firenze come responsabile del tavolo Accoglienza e Integrazione, ed assieme a me hanno animato il tavolo, per la maggior parte, amministratori di grandi città del nord: Milano, Venezia, Como, ecc., oltreché rappresentanti d’Associazioni che lavorano nel terzo settore e nell’immigrazione, e devo constatare che il lavoro che abbiamo sostenuto e le proposte maturate hanno fatto cambiare la linea politica di Matteo Renzi sull’immigrazione. Nel tavolo avevamo proposto i seguenti temi: abolizione del reato di clandestinità, lo IUS-SOLI temperato, il diritto di voto alle amministrative, la chiusura dei CARA, e queste proposte sono diventate il programma del PD.
Per cui, avendo vissuto in prima persona la manifestazione di Firenze, ed essendomi accorto che non rappresentava una passerella televisiva ma il tentativo di analizzare i problemi e trovare soluzioni e formulare proposte, assieme agli altri partecipanti abbiamo consigliato al candidato Ernesto Magorno di organizzare, anche in Calabria, un confronto tra i democratici.
Ma quello che è successo a Gioia ha avuto dell’incredibile, i calabresi hanno parlato della loro Regione, i tavoli sono stati animati da persone normali, i responsabili dei tavoli sono stati giovani e meno giovani che per la prima volta hanno gestito una discussione politico-programmatica e che nel pomeriggio in una sala gremita hanno relazionato, per tre ore, sul lavoro prodotto nella mattinata.
Abbiamo parlato di nuove tecnologie, rifiuti zero, Bio-architettura, consumo del suolo, rigenerazione urbana, oltre alle tradizionali discussioni su: Sanità, Agricoltura, Attività Produttive, Fondi Comunitari, e abbiamo analizzato le politiche su scuola, cultura, università ed altre tematiche legate agli enti locali.
I documenti saranno pronti la prossima settimana e diventeranno il patrimonio di chiunque vorrà condividerli e ampliarli, perché abbiamo l’ambizione di iniziare, fin da subito, una discussione che ci porterà ad elaborare il programma per le prossime elezioni Regionali.
A coloro i quali, senza argomenti validi, vogliono contestare, non ci resta che esprimere il solito pensiero sulla politica calabrese e su coloro i quali all’interno del PD hanno contestato aprioristicamente la scelta e il metodo della manifestazione: a loro forse interessa essere tra i pochi “Padroni del vapore” perché l’antico adagio del “meno siamo e più contiamo” è stata la bussola della loro intensa esperienza politica, fatta solo di gloria personale mentre agli altri sono rimaste solo le sconfitte elettorali.”