Ra.Gi. Onlus: svolta la prima giornata contro i Dca “Non c’è più tempo”
Si è aperta ieri mattina nell’istituto “Don Milani” di Catanzaro sala, la manifestazione “Non c’è più tempo”, campagna di sensibilizzazione ed informazione sui disturbi del comportamento alimentare organizzata dall’associazione Ra.Gi. Onlus in collaborazione con la scuola media “Don Milani” e la Fondazione Calabria Etica (ente in house della Regione Calabria). La due giorni, che proseguirà domani, celebra per il terzo anno consecutivo la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, nata per ricordare Giulia Tavilla, diciassettenne morta nel 2011 a causa dei Dca e per diffondere la conoscenza su questi tipi di patologie, per le quali in Italia si continua a morire soprattutto per la carenza di strutture specializzate. La stessa Giulia è morta proprio perché le liste d’attesa, nei pochissimi centri aperti in Italia, erano lunghissime.
Durante la mattinata, rivolta agli allievi di 1° e 2° media, sono stati proiettati uno spot video ed un cortometraggio, intervallati dagli interventi degli esperti della Ra.Gi.: la terapeuta psico-corporea Elena Sodano, la psicologa Chiara Caccavari e la nutrizionista Assunta Ranieri. In apertura è intervenuto anche il dirigente scolastico del “Don Milani”, Antonio Caligiuri.
Stefano Tavilla, papà di Giulia, ha inviato ai ragazzi un video messaggio che spiegava il significato della Giornata del Fiocchetto Lilla, sottolineando l’urgenza della problematica.
I Dca sono una vera emergenza sociale e i dati parlano chiaro: secondo un sondaggio, infatti, 9 donne su 10 vorrebbero cambiare almeno un aspetto di sé, la maggior parte il peso. E ne è la conferma il fatto che il 39% delle donne italiane afferma di essere costantemente a dieta. Proprio la dieta, secondo gli esperti, rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo di anoressia, bulimia, binge eating disorder e obesità. La statistiche ci dicono inoltre che almeno il 21% delle donne soffre di un disturbo alimentare, e i dati sono continuamente in aumento.
Ciò che ha portato la Ra.Gi. ad intervenire, parlando di Dca in una scuola media, è il dato allarmante secondo cui il 13% delle bambine tra il 6 e gli 11 anni comincia già a preoccuparsi del proprio aspetto fisico ed alla stessa età, il 12% di loro inizia a preoccuparsi del proprio peso.
Nel nostro Paese almeno il 34% delle ragazzine tra i 15 e i 17 anni soffre di un disturbo alimentare. Questi dati fanno dell’Italia il Paese con il più alto tasso di disturbi alimentari al mondo.
Questa mattina, gli esperti della Ra.Gi. hanno creato uno spazio di confronto e dibattito con i ragazzi (ai quali sono stati anche somministrati dei questionari anonimi). Si è cercato di trasmettere messaggi positivi sui concetti di bellezza e autostima e si è fatta luce sui meccanismi di manipolazione della realtà, che rendono i modelli proposti dai media degli esempi irraggiungibili.
È accertato che esiste un rapporto diretto tra autostima, soddisfazione rispetto al proprio corpo e modelli socio-culturali. Nessuno di noi è immune dai messaggi che la società manda rispetto a come dev’essere una donna per essere considerata bella. Ma il concetto di bellezza che arriva dai media diventa sempre più ristretto, insano e irraggiungibile, ogni giorno che passa. Ad esempio Marilyn Monroe, modello di bellezza per la sua epoca, indossava la 42, e la 42 di allora, corrisponde alla 46 di oggi. Un altro esempio: 20 anni fa le top model pesavano 8 kg in meno della donna media, mentre oggi ne pesano 23. Tutti fattori che hanno influenzato la vita di ognuno di noi. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che il sovrappeso della popolazione è andato aumentando parallelamente al dimagrimento delle modelle. Questo perché essendosi abbassato il peso ideale, è aumentato il numero di persone che si mettono a dieta perché insoddisfatte del proprio.
Insomma, i modelli che ci vengono proposti ogni giorno non sono reali né raggiungibili. Per fare un esempio, se i manichini nelle vetrine fossero donne vere, avrebbero i fianchi troppo stretti per fare figli. Poi ancora, se la “Barbie” fosse una donna vera, potrebbe camminare solo carponi perché le sue proporzioni non le permetterebbero di stare in piedi e lo stesso vale per le “Bratz”. Eppure la proposta di questi modelli ha una forte influenza sulla popolazione.
Un sondaggio rivela, infatti, che il 70% delle donne si sente depressa e in colpa dopo aver sfogliato per 3 minuti una rivista femminile, piena di immagini di donne bellissime e magrissime che rappresentano dei modelli a cui omologarsi. Ma in realtà attrici e top model passano ore al trucco e le loro foto vengono ritoccate al computer prima di essere pubblicate.
Per difendere il benessere delle donne è importante promuovere la bellezza autentica anche attraverso i media. La bellezza è un valore culturalmente e socialmente dato, che si modifica nel tempo e nello spazio. Dunque occorre curare la propria personalità e rimanere se stessi, senza lasciarsi etichettare come belli o brutti. È questo il messaggio che si è voluto lasciare ai ragazzi del “Don Milani”.
Il pomeriggio è stato dedicato ai genitori, con lo svolgimento di un laboratorio emozionale mirato riscoprire l’intima relazione affettiva che lega genitori e figli, offuscata dai dettami della frenetica vita moderna. Il laboratorio è stato condotto dalla terapeuta espressivo-corporea Elena Sodano.
Questa mattina, la manifestazione proseguirà con gli studenti delle classi terze.