Rimozione prefetto di Perugia, le dichiarazioni di Wanda Ferro
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del commissario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, in merito alla rimozione del prefetto di Perugia, Antonio Reppucci.
“Ritengo assolutamente affrettato il provvedimento punitivo adottato nei confronti del prefetto Antonio Reppucci, in un tempo che, viaggiando al ritmo della rete, non deve indurre le più alte cariche dello Stato ad emettere sentenze senza un contraddittorio, senza un necessario approfondimento, senza una pausa di riflessione, rispondendo d’impulso a quella caccia al colpevole che sta caratterizzando questi anni vissuti nel segno dell’antipolitica e non solo.
Nel corso dell’incarico svolto dal prefetto Reppucci quale rappresentante del Governo in provincia di Catanzaro, noi amministratori abbiamo avuto modo di apprezzare la sua costante vicinanza, l’impegno determinato e fattivo, la risolutezza nelle decisioni, la capacità di fare squadra tra istituzioni nella soluzione delle numerose, urgenti e complesse problematiche del territorio, gli stimoli a superare le inefficienze e a costruire percorsi amministrativi efficaci e trasparenti.
Ma sono stati soprattutto i cittadini ad apprezzare i suoi autorevoli stimoli alla responsabilità, all’impegno diretto nella tutela del patrimonio pubblico, nella ricerca del bene comune, nell’affermazione a tutti i livelli della cultura delle regole e della legalità, della solidarietà e della giustizia sociale. Il prefetto Reppucci ha interpretato il suo incarico prefettizio non certo da grigio burocrate, ma con grande carica civile: è sempre stato nelle strade, vicino alla gente, presente nella vita culturale e sociale di una terra difficile come quella calabrese, cercando di portare soprattutto tra i giovani i messaggi della legalità e della meritocrazia, ma soprattutto il rifiuto di una atavica mentalità passiva e lagnosa, chiamando tutti ad un impegno in prima persona, ad un risveglio delle coscienze inteso come unica vera scintilla per innescare la crescita dell’intera regione. Messaggi che il prefetto Reppucci non ha mai consegnato a noiosi sermoni istituzionali, ma per i quali ha utilizzato sempre un linguaggio schietto, diretto, appassionato, autentico, e perciò ancora più efficace. E’ evidente che in questi casi, il rischio di andare sopra le righe è dietro l’angolo, ma è un rischio che il prefetto ha pensato di correre essendo in ballo il destino di interi territori e soprattutto il futuro di tanti giovani.
E’ fin troppo evidente, per chi conosce il prefetto Reppucci, che quel ‘dovrebbe suicidarsi’ che ha destato grande scalpore non è certo da interpretare alla lettera, ma è come il suono di una sveglia, una chiamata alla responsabilità per quei genitori distratti o che, peggio, negano o minimizzano la presenza del problema droga all’interno della propria famiglia. Un modo certo irrituale di evidenziare un problema reale e urgente, sul quale dovrebbe concentrarsi l’impegno delle Istituzioni. Purtroppo, spinto dal clamore mediatico sull’accaduto, il Governo ha deciso in maniera troppo frettolosa di punire un prefetto che probabilmente usa toni forti e poco istituzionali, ma che ha dimostrato con i fatti e l’impegno quotidiano la sua attenzione verso i temi del disagio giovanile e del contrasto alle tossicodipendenze. Per questo auspico che il presidente Renzi e il ministro Alfano possano riconsiderare con maggiore serenità il loro provvedimento, soprattutto alla luce dell’impeccabile percorso professionale del prefetto Reppucci, del suo valore umano, dei suoi innegabili meriti, e dalla grande stima che si è conquistato sul campo da parte di amministratori pubblici di ogni colore politico, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, operatori del Sociale, e soprattutto dei tantissimi cittadini che lo hanno fortemente apprezzato, avendo ritrovato in lui uno Stato autorevole e vicino alla gente”.
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