La polizia arresta gli scafisti dello sbarco dell’11 agosto
Nella giornata di ieri sono sbarcati al porto di Reggio Calabria 1699 migranti di presunta nazionalità Ivoriana, Siriana, Egiziana, Pakistana, dell’Eritrea, del Gambia, Ghanese, della Guinea, del Mali, Nigeriana, Senegalese e Sudanese; soccorsi dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare in acque internazionali, nell’ambito dell’operazione “Mare nostrum”.
Sono state subito avviate le indagini da parte della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, per consentire di individuare due soggetti di nazionalità egiziana, quali responsabili dello sbarco. I due, dalla ricostruzione operata dal personale della Squadra Mobile, avrebbero condotto un motopeschereccio di colore azzurro chiaro, dalle coste libiche fino al salvataggio da parte della Guardia Costiera, avvenuto in acque internazionali. Dalle testimonianze raccolte, è emerso che i migranti, partiti nella mattinata tra il 7 e l’8 agosto scorsi, hanno pagato ai membri dell’associazione una cifra compresa tra i 900 e 1500 dollari per il “viaggio della speranza” che li avrebbe condotti lungo le coste italiane.
Gli arrestati sono stati trovati in possesso di telefoni satellitari con i quali erano in contatto con altri membri dell’organizzazione, allo stato ignoti. Nei loro confronti, emergendo gravi indizi di reità accertati grazie alla collaborazione di alcuni migranti, e sussistendo un concreto pericolo di fuga degli stessi, la polizia ieri ha proceduto al fermo di indiziato di delitto, per i reati di associazione per delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza di aver sottoposto i migranti a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, nonché di averli sottoposti a trattamento inumano o degradante. Le indagini proseguono per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici.