Tentato omicidio a Mileto, in appello un’assoluzione e una riduzione di pena
La Corte d'appello di Catanzaro ha emesso oggi la sentenza nel processo per il tentato omicidio di Rocco La Scala, l’ambulante di 51 anni gravemente ferito il 13 settembre del 2011 a Mileto, nel Vibonese, con dei colpi di pistola che lo resero paralitico.
I giudici di secondo grado, hanno decretato dunque una assoluzione dall'accusa di tentato omicidio ed una condanna con riduzione della pena di 6 anni rispetto al verdetto di primo grado. Riformulato quindi il verdetto in abbreviato del 18 marzo del 2014, emesso dal Gup di Vibo Fabio Regolo con il quale Nazzareno e Giuseppe Prostamo, rispettivamente padre e figlio di 53 e 25 anni ed entrambi di San Giovanni di Mileto, vennero condannati a 17 anni di reclusione ciascuno.
La Corte d'Appello ha assolto Nazzareno Prostamo dall’accusa di tentato omicidio e ridotto la condanna di Giuseppe Prostamo da 17 ad 11 anni. Secondo l'accusa, Nazzareno - che è già in carcere dovendo scontare l'ergastolo come esecutore materiale dell'omicidio di Pietro Cosimo, ritenuto l'ex capo clan di Catanzaro ed assassinato nel gennaio del ’90 - avrebbe risolto a colpi d'arma da fuoco i dissidi con Rocco La Scala, che considerava il mandante dell'omicidio del fratello, Giuseppe (defunto boss di San Giovanni di Mileto ucciso il 3 giugno 2011 a San Costantino). In appello, però, questa ricostruzione dell’accusa non ha retto, almeno per uno dei due imputati.