Truffe: sospeso sindaco Nardodipace, forse nuovo accesso antimafia
Romano Loielo è stato sospeso dalla carica di sindaco di Nardodipace, centro delle Serre vibonesi. Il provvedimento è stato assunto oggi dal prefetto di Vibo, Giovanni Bruno, a seguito dell'arresto, martedì scorso, del primo cittadino nell'inchiesta denominata "Uniti per la truffa" eseguita dai carabinieri contro una presunta associazione a delinquere finalizzata a compiere delle truffe in danno dell'Unione europea e della Regione Calabria.
Con la sospensione del sindaco, attualmente ai domiciliari, l’Amministrazione comunale di Nardodipace sarà retta dal vicesindaco Alberto Franzè, anch’egli indagato a piede libero nella stessa inchiesta. Coinvolto nell’operazione anche il consigliere comunale Antonio Franzè.
Loielo, i due Franzè e altri tre consiglieri comunali (Pasquale La Rosa, Antonio Maiolo e Aurelio Tassone) sono stati già rinviati a giudizio con l’accusa di abuso d'ufficio e falso nel corso di un altro processo. La Prefettura di Vibo sta ora valutando se inviare al Comune una nuova commissione d'accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose, dato che l'inchiesta per truffa vede l'arresto anche dell'ex vicesindaco Romolo Tassone, figlio del presunto boss Rocco Tassone, e potrebbe portare a dimostrare che i rapporti fra lo stesso Loielo ed il suo ex vicesindaco non si sarebbero mai interrotti.