“Blue Paradise”, scatta il sequestro per Comerci: sigilli a beni per 50 milioni

Reggio Calabria Cronaca

Ammonta a 50 milioni di euro il valore dei beni raggiunti da un provvedimento di sequestro eseguito nei confronti di Nicola Comerci, 69enne di Nicotera ma operativo nella piana di Gioia Tauro.

L'imprenditore avrebbe importanti interessi economici nelle province di Vibo Valentia come anche di Roma, Bologna ed in tutto il Nord Italia. Secondo la tesi degli investigatori i beni sarebbero riconducibili alla pericolosa cosca di ‘ndrangheta dei Piromalli, clan attivo nella stessa Piana di Gioia Tauro.

Le indagini patrimoniali che hanno portato al sequestro sono state svolte dalla Divisione di Polizia Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, coordinata dalla Sezione Misure di Prevenzione della Procura Distrettuale Antimafia. I sigilli sono scattai ad una villa lussuosa di proprietà dell’imprenditore, un villaggio turistico a Parghelia, l’azienda Brianza Srl a Calderana di Reno (Bologna) e alle quote del capitale sociale di un’azienda con sede a Roma.

Comerci era finito ai domiciliari nel marzo scorso su ordine del Gip di Vibo nell’ambito nell’inchiesta “Blue Paradise” (dal nome dell’azienda di cui era amministratore), e poi scarcerato il successivo primo di aprile, insieme alla moglie e ai due figli, dal Tribunale del Riesame che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari con l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e documentale.

La Procura del capoluogo aveva indagato sul fallimento del "Blue Paradise" di Parghelia, azienda della famiglia Comerci ed operante nel settore della gestione di strutture turistico alberghiere.

LA PRECEDENTE CONFISCA

L’imprenditore era stato già sotto l’attenzione del Tribunale di Reggio Calabria, a seguito dell’inoltro, da parte della Questura reggina di una proposta d’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e la conseguente richiesta di sequestro e successiva confisca dei beni, risalente al 22 novembre del 1999. Il 26 ottobre del 2001 per Comerci era stato emesso il decreto con cui veniva sottoposto alla sorveglianza per quattro e, contestualmente, per la confisca dei beni. Nel giugno del 2005, alla scadenza della misura, la Corte d’Appello della Città dello Stretto aveva revocato la sorveglianza e gli aveva restituito i beni confiscati.

Oggi, per gli inquirenti, il precedente procedimento sarebbe superato, per come riportato nel decreto del Tribunale di, dal fatto che, scrivono i magistrati, le “ …nuove acquisizioni probatorie effettuate dalla Procura sostengono gli elementi indiziari già precedentemente emersi in maniera coerente, riscontrando alcune circostanze che se isolatamente lette possono apparire prive di significato, come sostenuto precedentemente dalla Corte d’Appello, ma che unitariamente lette depongono inequivocabilmente circa l’appartenenza di Comerci agli ambienti mafiosi delle cosche Piromalli e Mancuso, in un rapporto che si è sviluppato in un’iniziale simbiosi, sino a svilupparsi in un’evidente indipendenza di Comerci nel condurre i propri affari, pur continuando a gravitare negli ambienti criminali suddetti…”.

L’attività investigativa patrimoniale avviata dalla Divisione Anticrimine della Questura è proseguita incessantemente fino all’emissione di un decreto di sequestro sulla base degli elementi raccolti.

INQUIRENTI: IMPRERO COSTRUITO CON L’APPOGGIO DELLE COSCHE

Gli inquirenti sostengono, infatti, che Comerci, dagli anni’70 in poi, abbia costruito un impero economico, soprattutto nel campo delle strutture ricettive, della ristorazione e dei villaggi turistici, grazie all’appoggio fornito dalla potente cosca Piromalli ed ai legami tra la questa cosca e quella dei Mancuso di Vibo Valentia.

Il provvedimento dei magistrati punta a dimostrare la presunta pericolosità sociale dell’imprenditore attualizzata grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia che confermerebbero la contiguità di Comerci con le due cosche e lo indicherebbero come “soggetto vicino” ai clan De Stefano di Reggio Calabria e Tripodi di Vibo.

IL “DELFINO” DEI PIROMALLI E LA FICTION DELLA RAI

Dalle indagini emergerebbe poi un suo ruolo nell’ambito di un procedimento instaurato davanti alla Procura della di Vibo Valentia, volto ad accertare eventuali responsabilità penali relative ad una produzione della Rai, fiction “Gente di mare”. Il materiale al vaglio del Tribunale evidenzierebbe che quando si è dovuto individuare una struttura alberghiera da utilizzare per le riprese, si era fatto chiaramente riferimento a Comerci come proprietario del villaggio “Blue Paradise” a Parghelia, e che era stato definito come il “delfino dei Piromalli”.

Dunque, la struttura dell’imprenditore fu scelta al posto di un’altra che aveva presentato un’offerta decisamente più competitiva, in modo tale da scongiurare “la possibilità che potesse scatenarsi una faida nel territorio…”.

Gli inquirenti ritengono che, in quell’occasione, i responsabili di produzione della Rai sarebbero costretti a rivolgersi a Comenri, nonostante un concorrente avesse presentato un’offerta di servizi più vantaggiosa sotto il profilo economico.

A conferma della “permeabilità” della famiglia Comerci “alle logiche criminali ‘ndranghetiste”, le indagini evidenzierebbe il contemporaneo intervento di un esponente della cosca Mancuso che, per evitare ulteriori problemi, sarebbe riuscito a fargli anche abbassare il prezzo richiesto inizialmente.

I CONFLITTI TRA I COMERCI E I CONDOLUCI

Le indagini svolte nell’ambito del procedimento penale “Asmara”, coordinate dalla Procura di Palmi, poi, ricostruirebbero dei presunti rapporti conflittuali, per motivi di interesse, tra i Comerci e i Condoluci, “dissapori” che sarebbero poi sfociati in una serie di aggressioni e attentati, perpetrati vicendevolmente fra i membri dei due nuclei che, per come riportato nel decreto del Tribunale “ …assumono una connotazione che richiama le modalità di gestione dei rapporti di forza proprie della criminalità organizzata, e non dei normali dissapori fra rivali in affari… “.

Questa situazione, sostengono ancora gli investigatori, in breve tempo avrebbe “assunto i connotati tipici di una vera e propria faida” e sarebbe partita da un acquisto effettuato durante il 1980 dall’imprenditore che riguarda un terreno a Parghelia, in località Marina di Bordila, in comproprietà con Giuseppe Condoluci (85enne di Cinquefrondi, ma residente a Gioia Tauro), per l’importo di 300 milioni di vecchie lire.

In seguito a questa operazione commerciale, tra i due acquirenti erano sorti dei dissapori che avrebbero portato gli stessi a dividere la proprietà comune. Sulla quota di pertinenza a Comerci sarebbe poi sorto il villaggio Blue Paradise, mentre su quella rimasta a Consoluci, successivamente venne realizzato il complesso turistico “La Vela”, attiguo al Blue Paradise.

Da quel momento sarebbe stato “tutto un susseguirsi di atti intimidatori e attentati dinamitardi” ribadiscono gli inquirenti, e sui quali si sarebbe fatta piena luce a partire dal tentato omicidio ai danni di Domenico Comerci, avvenuto il 15 luglio del 2001, ad opera di Fabio Condoluci. Si passa poi da un altro tentato omicidio: quello avvenuto 26 agosto del 2005 e che vide come responsabili i fratelli Carmine e Natale Mardecheo (rispettivamente ritenuti mandante ed esecutore materiale) che colpirono ai danni di Domenico Consoluci (cugino di Fabio); cosa che, sempre secondo le indagini, consentirebbe di dimostrare gli ottimi rapporti esistenti tra i Comerci e i Mardecheo.

I BENI SEQUESTRATI

A GIOIA TAURO (RC): una villa lussuosa, abitazione di Nicola Comerci; due appezzamenti di terreno; due imprese di seguito elencate (30% del capitale sociale e relativo patrimonio della Immobiliare Tirrena di Gioia Tauro e di proprietà dell’imprenditore ed il 50% della Immobiliare B&B sempre di Gioia Tauro); un autocarro Fiat Iveco intestato a Comerci; una Maserati 4.3 intestata all’imprenditore.

IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA, distribuiti tra i comuni di Tropea, Briatico, Parghelia e Ricadi: 12 fabbricati; 7 appezzamenti di terreno; altrettante società (Impresa individuale Comerci Nicola Francesco; quota di capitale della Orasis di Briatico; capitale della Blue Paradise, il lussuoso villaggio turistico Baia Tropea Resort di Bordila; capitale sociale e patrimonio aziendale della Fra.Com di Parghelia; capitale della Ge.Co.Sud di Briatico; capitale della Insieme di Parghelia; 30% del capitale della Tropea Mare).

IN PROVINCIA DI BOLOGNA: un fabbricato; due appartamenti; tre società (la Domandi di Domenico Comerci e C.; la Brianza Srl a Calderara di Reno; La Fa.Com di Bologna) ; quattro veicoli. A ROMA: 25% del capitale sociale e relativo patrimonio della Gocce di Sole.

(aggiornata alle 11:30)