Sigilli a lussuoso villaggio turistico: colpiti i beni del “delfino dei Piromalli”
“Un ulteriore attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta”. Così gli investigatori della polizia definiscono il sequestro di beni, per un valore di circa un milione e mezzo di euro, eseguito stamani - dopo una complessa investigazione patrimoniale - nei confronti di Nicola Comerci, 70enne di Nicotera definito dagli inquirenti come il “delfino” della cosca Piromalli, ed imprenditore che opera nella piana di Gioia Tauro ma con interessi economici rilevanti anche nelle province di Vibo Valentia, Roma, Bologna ed in tutto il Nord Italia.
Le indagini a suo carico, avviate dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria su delega della Procura Distrettuale, fanno ritenere agli inquirenti che l’imprenditore abbia costruito un impero economico, soprattutto nel settore delle strutture ricettive, della ristorazione e dei villaggi turistici, grazie “all’appoggio fornito dalla potente cosca Piromalli” ed ai legami tra questa e gli altrettanto importanti clan dei De Stefano del capoluogo dello Stretto, dei Mancuso di Vibo Valentia e dei Coco di Milano.
Il Tribunale aveva già disposto ad ottobre del 2016 i sigilli per numerosi beni mobili, immobili e società, tra le province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Bologna e Roma, ritenuti nella disponibilità di Comerci; un patrimonio di ben 50 milioni di euro tra cui vi era il “Blue Paradise”, un lussuoso villaggio turistico denominato “Baia Tropea Resort”, a Parghelia, nel vibonese (LEGGI).
Dall’attività svolta sarebbe emerso il ruolo di Comerci anche nell’ambito di un procedimento instaurato davanti alla Procura vibonese volto ad accertare eventuali responsabilità penali relative alla produzione Rai della fiction “Gente di mare”.
Il materiale offerto al vaglio del Tribunale farebbe emerger che in relazione all’individuazione di una struttura alberghiera da utilizzare per produzione televisiva, si farebbe fatto espresso riferimento a Comerci come proprietario del villaggio “Blue Paradise” e definito allora come “delfino dei Piromalli”.
Gli investigatori ritengono che in quell’occasione i responsabili di produzione della Rai sarebbero stati costretti a rivolgersi all’imprenditore, nonostante un suo concorrente avesse presentato un’offerta di servizi più vantaggiosa sotto il profilo economico.
Con il provvedimento di oggi, pertanto, è stato disposto il sequestro di altri cinque appezzamenti di terreno di fatto ricompresi all’interno o nelle adiacenze del perimetro del complesso turistico.