Milano. Indagine “Crociata”, condanne da 6 a 10 anni
Associazione di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e violazioni in materia di armi: condanne tra i 6 ei 10 anni, a Milano, dove il giudice del Tribunale meneghino, Lucio Marcantonio, ha condannato 21 persone ritenute affiliate alla ‘ndrangheta lombarda.
La sentenza arriva a seguito dell’inchiesta “Crociata” che, lo scorso 18 febbraio, ha portato all’arresto di 28 persone. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza, hanno consentito di smantellare quello che gli inquirenti considerano il vertice direttivo della cosca di Mariano Comense, che farebbe capo all'82enne Salvatore Muscatello, già condannato per associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine "Infinito" e arrestato una seconda volta nell'inchiesta "Quadrifoglio".
Gli arresti relativi all’indagine “Crociata” sono stati arrivati in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa del gip del Tribunale di Milano Andrea Ghinetti, ed emessa su richiesta dei Pubblici Ministeri Marcello Tatangelo e Alessandra Dolci della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo.
La sentenza ha colpito Domenico Muscatello, figlio di Salvatore, che è stato condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa; Ludovico Muscatello, nipote di Salvatore, è stato condannato a 10 anni per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti; Leonardo Priolo, gestore di un'area di servizio di Cantù, 8 anni per associazione mafiosa; Francesco Salvatore Medici, 10 anni per associazione mafiosa, armi e traffico di stupefacenti; Vincenzo Micchia, 7anni; Giovanni Carneli, 8 anni.
Per tutti anche l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e, a pena espiata, la sottoposizione alla misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di 3 anni.