Romanzo Criminale. Patania durante l’udienza: ho assoldato i killer per vendicare mio padre
Ha assoldato due killer jugoslavi per far assassinare, nel marzo del 2012, a Vibo Marina, Francesco Scrugli, allora 42enne e ritenuto esponente di spicco dei “Piscopisani”. Il movente quello della vendetta per l’omicidio del padre, Fortunato Patania.
“Ero lì, al distributore di benzina, nella Vallata del Mesima, quel giorno che hanno ammazzato mio padre e tra i killer ho riconosciuto Scrugli”. A parlare è “Pino” Patania, rispondendo alle domande del Pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, durante l’udienza del processo antimafia “Romanzo criminale” contro l’omonimo clan di Stefanaconi.
Patania si è dunque autoaccusato dell’assassinio di Scrugli raccontando di aver assoldato i due killer macedoni, Vasvi Beluli e Arben Ibrahimim, recandosi di persona a Roma per prenderli e accompagnarli in Calabria, consegnargli due pistole, una calibro 9 ed una 45, e pagandogli 10 mila euro di compenso la mattina seguente all’omicidio.
Durante l’udienza ha poi aggiunto di aver organizzato il tutto con il collaboratore di giustizia Daniele Bono, al all’oscuro della famiglia e dei fratelli, chiamando in causa anche un altro killer, il sardo Mauro Uras.
Nell’udienza hanno chiesto ed ottenuto di essere sottoposti ad esame da parte del pm anche gli altri due suoi fratelli, Salvatore e Nazzareno Patania dalla cui deposizione è emerso, tra l’altro, il difficile rapporto che avevano con la cugina, la collaboratrice di giustizia Loredana Patania. “Non ho mai avuto un bel rapporto con lei – ha detto Salvatopre e non mi sono mai interessato di lei, neanche dopo l’omicidio di suo marito”, Giuseppe Matina. Il fratello Nazzareno, invece, ha confermato la presenza di Loredana a casa della madre dei Patania, Giuseppina Iacopetta, dopo l’agguato del coniuge, dove a suo dire sarebbe rimasta per “per dieci o quindici giorni”. Anche Pino Patania avrebbe confermato quantoo sostenuto dal fratello, sostenendo che la collaboratrice di giustizia avrebbe frequentato per un periodo la casa della madre.
NEL PROCESSO Romanzo Criminale sono imputati, per associazione mafiosa: Giuseppina Iacopetta, considerata al vertice della cosca dopo l’uccisione del marito Fortunato Patania, ucciso nel settembre del 2011 durante la faida con i Piscopisani; Salvatore, Saverio, Giuseppe, Nazzareno e Bruno Patania (figli di Fortunato); Andrea Patania; Cosimo e Caterina Caglioti; Nicola Figliuzzi; Cristian Loielo; Alessandro Bartalotta; Francesco Lo Preiato; Ilya Krastev. Il falso e il concorso esterno in associazione mafiosa vengono invece contestati a Sebastiano Cannizzaro, ex maresciallo dei carabinieri che fu al comando della Stazione dell’Arma di Sant’Onofrio; di concorso esterno in associazione mafiosa è infine accusato don Salvatore Santaguida, parroco di Stefanaconi.