Romanzo Criminale: Figliuzzi continua a parlare, parroco e ex maresciallo al centro
Il collaboratore di giustizia Nicola Figliuzzi torna a parlare portando al centro del processo “Romanzo Criminale”, già concluso con una serie di condanne in primo e secondo grado, l’ex parroco di Stefanaconi don Salvatore Santaguida e l’ex maresciallo della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio Sebastiano Cannizzaro.
Secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud, Figliuzzi riporta nella questione le figure di don Salvatore e di Cannizzaro in modo diverso.
Dell’ex maresciallo sostiene che “non ha mai avuto a che fare con lui tantomeno nè ha sentito parlare perchè del prete (don Santaguida) si, sapevo che andavano da quest’ultimo per numeri di targa e per queste cose qua, se vedevano i Patania una macchina sospetta. Me lo diceva il pentito Daniele Bono, però, non so chi di preciso tenesse i contatti con loro due”.
Dell’ex sacerdote dice: “Del prete ho sentito parlare quando frequentavamo la casa della Iacopetta”. Bono sosteneva: “Che se vediamo una macchina sospetta prendiamo il numero di targa e poi c’è qualcuno che gliela dà al prete. Lui sa come muoversi – sostenevano i Patania – e li trova e se li trova però…adesso se il prete glieli dava a maresciallo o a chi questo io non lo so”.
L’INGRESSO NEL CLAN
Il pentito ha rilasciato anche rivelazioni sul suo “battesimo” nella ‘ndrangheta: “Giovanni, Christian Loielo, Salvatore Mancuso, ed altri nomi omissati dopo che mi avevano anticipato che avrebbero dato un fiore, mi davano insieme sia la dote di picciotto che quella di camorrista. Dopo un mese sarebbe arrivata anche la dote di sgarrista che poteva avere solo chi ha fatto almeno un omicidio”.