Sangineto. Manifestazione animalista per “Angelo”: denunciati organizzatori

Cosenza Cronaca
Enrico Rizzi e Stefano Fuccelli

Una manifestazione pacifica, nata per condannare la violenza, si è trasformata in un episodio di “prevaricazione” ai danni di alcuni aderenti all'evento e degli organizzatori. Enrico Rizzi (Presidente Nazionale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali) e Stefano Fuccelli (Presidente Nazionale del Partito Animalista Europeo) sono stati raggiunti da una denuncia per violazione dell'art. 18 Tulps e resistenza a pubblico ufficiale aggravata.

A renderlo noto, tramite un comunicato stampa, è la Segreteria Nazionale della Noita Onlus. Entrambi i leader animalisti rispediscono al mittente le accuse “e - scrive la segreteria - non intendono accettare assolutamente perché quei reati contestati non sono mai stati commessi. Rizzi e Fuccelli infatti, ricevuta la notifica di denuncia, si sono immediatamente rivolti al loro legale ed hanno già sporto denuncia nei confronti del Questore di Cosenza e dei suoi uomini della Digos per i reati di "Abuso d'Ufficio" e "Calunnia". Accuse molto gravi per dei pubblici ufficiali, nonché ufficiali di polizia giudiziaria”.

All'arrivo a Sangineto, sostiene ancora Noita, “i manifestanti si trovavano di fronte ad un imponente, quanto inspiegabile, spiegamento di Forze dell'Ordine, in assetto antisommossa, a presidio di un paese che di fatto veniva reso impenetrabile attraverso lo sbarramento di tutte le vie di accesso. Ne è conseguita una protesta, sentita ma pur sempre contenuta, - prosegue la nota - a fronte di un atteggiamento assolutamente ostruzionistico dei Dirigenti della Questura, che rifiutavano qualunque dialogo con i promotori, i quali si sono trovati nella condizione di dover sciogliere la manifestazione in quanto le circostanze non permettevano più di poter proseguire con il corteo che di fatto veniva annullato seduta stante direttamente dal Presidente del Noita, Enrico Rizzi, promotore dell'evento. Sciolto il corteo, le persone, che non facevano più parte di una manifestazione, erano a quel punto libere di muoversi nel territorio circostante non valendo, evidentemente, i divieti imposti in relazione all'evento”.

Durissime le dichiarazioni dei due Presidenti.

"Faremo giustizia non solo ad Aprile per il povero Angelo, ma anche per noi stessi. Non permetto a nessuno, né tantomeno ad un Questore o ad un Funzionari di Polizia che dovrebbe essere il primo a rispettare le leggi, di accusarmi ingiustamente di un reato che non ho mai commesso.” Ha dichiarato Enrico Rizzi, Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus.

“Sono anni che organizzo manifestazioni assieme al Pae – aggiunge Rizzi - e ciò che è accaduto a Cosenza non mi è mai successo in tredici anni di attività animalista. Abbiamo testimonianze e filmati in buon numero da spiegare all'Ill.mo Tribunale di Paola come sono andati i fatti. Dalle accuse ingiuste nei nostri confronti, ai metodi decisamente particolari dei poliziotti, di fotografare e filmare i nostri documenti con i propri telefoni cellulari. Nessuno di noi si è permesso di alzare le mani ad un poliziotto, né tanto meno di opporre resistenza. Eppure ci hanno contestato anche questo. Chi accusa però qualcuno di un reato, sapendolo innocente, commette il reato di calunnia e rischia l'arresto fino a 7 anni. Sono determinato a chiedere la condanna per chi ha sbagliato, - conclude - la sospensione dal servizio ed un risarcimento dei danni per l'accusa ingiusta che ho ed abbiamo subito".

Dal canto suo Stefano Fuccelli, del Partito Animalista Europeo, ha dichiarato che è “Inaccettabile ed ingiustificato il comportamento del responsabile dell'ordine e della sicurezza pubblica che ha vietato ai partecipanti, quasi tutti pensionate e casalinghe, di manifestare nel paese di Sangineto, relegandoli in un'altra località a distanza di oltre 6 km, in modo del tutto arbitrario visto che la precedente manifestazione organizzata da associazioni calabresi si svolse proprio nel centro storico. Del tutto pretestuosa la prescrizione di divieto a cui si appella la Questura di Cosenza in quanto il numero dei manifestanti era abbondantemente al di sotto del limite imposto”.

“Non solo – aggiunge - il responsabile delle Forze dell'ordine, ha interessato l'Autorità giudiziaria di un reato mai compiuto dai manifestanti ed esattamente resistenza a pubblico ufficiale aggravata ai sensi dell'art. 339 c.p, compiendo a sua volta il reato di calunnia, per questo è stato denunciato. Il 27 aprile prenderemo parte al processo contro i 4 assassini e saremo presenti al Tribunale di Paola con una nuova manifestazione di forte dissenso, vediamo adesso cosa inventerà la Questura per negare il nostro diritto costituzionale di esprimere il proprio pensiero e di manifestare pubblicamente pacificamente."