Lavoratori agricoli sfruttati, Usb: pratica diffusa, s’indaghi più a fondo
Dopo l’indagine che ha riguardato il presidente regionale di Confagricoltura, Alberto Statti, tra l’altro dimessosi ieri dalla carica, interviene la Federazione Provinciale di Catanzaro dell’Usb dicendosi sorpresa “che indagini di questo tipo - afferma - siano occasionali e non sistematiche e continuative, per come la situazione nella città di Lamezia richiederebbe".
Per la Sigla, infatti, sarebbe innegabile come nella città della Piana, “così come in tantissime altre realtà della nostra regione, vi sia una diffusa pratica di sfruttamento dei lavoratori, i quali sono sistematicamente sottopagati ed abitualmente utilizzati per molte più ore di quelle contrattualmente previste”.
La cosa più drammatica, sempre secondo l’Usb, sarebbe poi che “pur essendo cose decisamente note … queste vengono non solo minimizzate dai cittadini, ma quasi giudicate normali ed ineluttabili. Questo perché l’enorme penuria e fame di lavoro – spiega - fa accettare condizioni lavorative incredibili e porta ad essere quasi grati agli imprenditori che, dopo averli costretti a firmare falsi cedolini di stipendio, 'generosamente' retribuiscono i lavoratori con 5-600 euro al mese, trattenendosene altrettanti in nero e sfruttandoli 12 ore al giorno, domeniche e festivi compresi”.
“Troppe volte – aggiunge il sindacato - il lavoro si è rivelata arma di ricatto utilizzata, attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, per costruire consensi politici da una parte e imperi economici dall’altra: ma una città il cui Comune è stato già sciolto due volte per infiltrazioni mafiose ed in odore di un terzo scioglimento, non dovrebbe mai e poi mai tollerare ancora questo stato di cose. La mafia si sconfigge anche colpendo queste realtà”.
L’Usb ricorda poi i casi di dimissioni anticipate fatte firmare, soprattutto alle donne in vista di possibili gravidanze non gradite alle aziende. “Noi - afferma - riteniamo che il lavoro sia un diritto di tutti e la dignità delle persone sia inalienabile, per cui chiediamo alla magistratura e agli organi inquirenti di andare fino in fondo, per fare emergere anche le altre realtà di sfruttamento che da sempre noi dell’Usb stiamo denunciando. Ai lavoratori ed alle loro famiglie – conclude - assicuriamo la nostra solidarietà e il nostro appoggio, mettendoci a disposizione qualora lo ritenessero".