Strage di ciclisti a Lamezia: parlano i sopravvissuti
Rischia l'accusa di omicidio volontario Chafik el Ketani, il ventunenne marocchino che ieri alla guida di una Mercedes, ha investito e ucciso 7 persone sulla strada statale 18 tirrenica, nel territorio di Lamezia Terme. "La Procura - ha detto il procuratore capo Salvatore Vitello - intende raccogliere tutti gli elementi per la qualificazione del reato da contestare al ragazzo". Al giovane, finora, viene contestata l'accusa di omicidio plurimo colposo, che potrebbe però essere aggravata alla luce delle risultanze investigative. Intanto sono sempre molto gravi, anche se stazionarie, le condizioni di Domenico Strangis, uno dei tre ciclisti rimasti feriti ieri a Lamezia terme, nell'incidente costato la vita a sette persone. Strangis è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza. Ieri sera l'uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per ridurre le fratture che ha subito. Non corre pericolo di vita, invece, secondo quanto e' stato riferito, Fabio Davoli, ricoverato nell'ospedale di Catanzaro. Complessivamente buone anche le condizioni di Gennaro Perri che si trova nell'ospedale di Lamezia Terme. Nell'incidente è morto il fratello di Perri, Rosario, queste le dichiarazioni del figlio del sopravvissuto Francesco. Il gruppo di ciclisti usciva ogni domenica per giri di 80-90 Km. Nel frattempo Le prime analisi di laboratorio hanno confermato che il marocchino aveva assunto sostanze stupefacenti. Lo ha reso noto il capo della procura, Salvatore Vitello. Sui corpi delle sette vittime, che saranno consegnati ai familiari nel pomeriggio, non sarà effettuato nessun esame autoptico. Domani intorno alle 11 allo Stadio Guido d'Ippolito i funerali dei sette ciclisti morti ieri mattina