Enzo Ciconte e il saggio “La Grande Mattanza” aprono il festival Leggere&Scrivere 2018

Vibo Valentia Tempo Libero

È partita ieri l’edizione 2018 del festival Leggere&Scrivere. Dopo l’inaugurazione con il Viceministro Fioramonti e gli appuntamenti nell’Auditorium dello Spirito Santo, la prima giornata è proseguita a palazzo Gagliardi. La sede storica della kermesse ha ospitato la presentazione del saggio La Grande Mattanza (Laterza 2018) di Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata all’Università Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia.

Ciconte, uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta, il primo a pubblicare un testo sulla mafia calabrese, ha discusso sul fenomeno del brigantaggio che è al centro della sua ultima fatica letteraria.

I mafiosi sono i 'figli' dei briganti? Non è vero, sono due mondi diversi”, ha detto Ciconte. “Sappiamo bene che fin l’Unità d’Italia i mafiosi erano nella provincia di Reggio Calabria e i briganti, invece, si trovavano nel Cosentino”.

Ha spiegato lo storico: “Continua a sorprendermi questa convinzione. I mafiosi si devono inventare il passato, a differenza il brigante è descritto come un bel giovane che rompe con i notabili e obbliga i possidenti a tutelare la loro incolumità. Scappavano nelle montagne per rifugiarsi dalle possibili vendette degli agrari. Queste lotte, quando i socialisti e i cattolici organizzano la rabbia dei contadini in cooperative, otterranno grandi risultati che si concludono con la riforma agraria”.

Per Ciconte, “la questione centrale legata al brigantaggio è la terra. La fame costringe i contadini alla lotta. Infatti le zone abitate dai briganti sono concentrate nella Sila e nel Marchesato. Certo, tra loro c’erano criminali comuni. Ma le massime autorità che sono state inviate qui in Calabria, dai Borbone ai generali italiani, conoscevano benissimo le condizioni sociali delle classi più povere ma li consideravano spesso dei selvaggi” ha detto Ciconte, aggiungendo: “I calabresi godevano di una pessima immagine fuori dalla regione ma se chi ha il fucile e l’autorità adotta questo tipo di assoggettamento, come l'arresto dei parenti dei briganti, non si può credere di ottenere risultati”.

Non è mancato il coinvolgimento della sala, con giovani e curiosi che si sono confrontati con l’esperto storico su temi e questioni legate alla storia della regione.