Inchiesta Martingala, imprenditore dal carcere ai domiciliari

Reggio Calabria Cronaca

Ha ottenuto gli arresti domiciliari Antonio Scimone, l’imprenditore di Bianco arrestato nello scorso mese di febbraio nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Firenze (LEGGI), ed accusato di essere stato il «regista» di un’organizzazione responsabile di vari reati.

Il beneficio è stato concesso a Scimone dal Tribunale della libertà del capoluogo toscano.

“Il sistema Scimone è un’invenzione e il nostro assistito ha chiarito agli inquirenti, con grande lucidità e dettaglio, ogni aspetto della propria vita imprenditoriale, fornendo ampia documentazione a supporto delle proprie argomentazioni”, afferma Alessandro Parrotta, penalista torinese che fa parte del collegio difensivo dell’imprenditore.

Il legale è stato incaricato da Scimone di circoscrivere il perimetro della vicenda agli aspetti tecnici. Con lui, gli avvocati Luca Cianferoni e Cosimo Albanese per i delicati profili collegati alla contestata aggravante del metodo mafioso.

“Il lavoro di squadra è stato importante e non scontato: la decostruzione dell’impianto accusatorio è stata finalmente premiata grazie a una puntuale ricostruzione contabile delle attività imprenditoriali dell’Assistito” continua Parrotta, commentando lo scioglimento della riserva assunta ieri dai giudici fiorentini che hanno disposto la scarcerazione di Scimone, ponendolo alla misura più lieve dei domiciliari.

L’imprenditore calabrese era detenuto nel Carcere di Prato quale “vero e proprio regista di un sistema incredibilmente complesso di società cartiere che emettevano false fatturazioni che permettevano di ripulire il denaro” come aveva dichiarato il Procuratore Capo Cafiero de Raho.

Questo uno degli aspetti dell’inchiesta “Martingala” le cui indagini da Reggio Calabria sono proseguite anche dalla Procura di Firenze per reati di usura, riciclaggio e autoriciclaggio, attività finanziaria abusiva, trasferimento fraudolento di valori (LEGGI).